La Nuova Sardegna

Riforma delle Province, è scontro totale

Il centrodestra: «Bozze pasticciate e tradimento». Il centrosinistra: «I commissari sono stati l’errore»

11 giugno 2014
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CAGLIARI. Le Province, commissariate o no che siano, continuano a essere campo di battaglia per i due Poli. Basta un accenno a qualunque ipotesi di riforma, com’è accaduto lunedì nella direzione regionale del Pd, che si scateni la bagarre. Ad accendere i fuochi d’artificio è stato il centrodestra che ha visto subito come fumo negli occhi la bozza di riordino ipotizzata dall’assessore Cristiano Erriu. L’attacco. «Se il Pd pensa – ha scritto l’ex presdente Ugo Cappellacci (Forza Italia) che basti una riunione dei suoi quadri per decidere il futuro della Sardegna, sbaglia di grosso. Le riforme devono appartenere a tutti e non possono essere solo di parte. I sardi hanno già detto che pretendono l’abolizione di tutte e Province, vecchie e nuove, altre scorciatoie a colpi di maggioranza non sono ammesse».

Tradimento. Le soluzioni dell’ultim’ora e incomprensibili della Giunta «sono un palese dispregio della volontà dei sardi che, con i referendum, hanno spazzato via le Province regionali», è la denuncia forte del capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis. «La proposta di far risuscitare Sassari, Nuoro e Oristano, con in più l’Area metropolitana cagliaritana, è un classico esempio di compromesso per tenere unita una maggioranza in cui oggi siedono assieme promotori e oppositori dei referendum, ma soprattutto la giunta Pigliaru vuole salvare ancora una volta il potere degli storici feudatari del Pd, che a suo tempo sono stati i primi a non volere il cambiamento».

Illusioni. Ad aumentare il carico delle accuse alla maggioranza sono stati anche i Riformatori (i padri dei referendum abrogativi), col capogruppo Attilio Dedoni: «Non solo immaginabili fasi transitorie come quelle annunciate dall’assessore, perché nella passata legislatura il Consiglio ha approvato un disegno di legge costituzionale, ancora fermo in Parlamento, che cancella una volta per tutte la parola Province dallo Statuto, e questo la Giunta deve fare subito invece di alzare ancora una volta la bandiera bianca e inventarsi nuove, complicate e inutili soluzioni».

La replica. Di fronte alle cannonate del centrodestra, è arrivata la risposta dell’assessore agli Enti locali: «Chi vuole cancellare subito le Province – scrive Erriu – non sa che le quattro storiche potranno essere soppresse solo dopo che sarà modificato il Titolo V della Costituzione e quindi non può essere fatto solo con una legge regionale. Con la stessa legge – è la precisazione dell’assessore – le Province storiche, così come prevede la proposta della Giunta possono essere trasformate in enti di secondo livello, eletti dai Consigli comunali e a costo zero. Così azzerate le spese delle vecchie Province e cancellate quelle regionali, nessuno potrà dire che è stata tradita la volontà popolare in attesa dell’indispensabile modifica costituzionale». A dar manforte all’assessore è stato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Pietro Cocco: «Le accuse vanno respinte a quel mittente che, nella passata legislatura, pur di garantirsi ancora qualche poltrona con il commissariamento delle Province, si è inventato una soluzione pasticciata e che ha lasciato irrisolto il riordino degli Enti locali. Mentre oggi e per la prima volta c’è una proposta reale, seria su cui lavorare e discutere insieme nel pieno rispetto della volontà dei sardi e della Costituzione». (ua)

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