La Nuova Sardegna

Movimento pastori in rivolta: l’assessore si deve dimettere

di Pier Giorgio Pinna
Movimento pastori in rivolta: l’assessore si deve dimettere

Accuse su scandalo vaccini e gestione dei piani di sviluppo. Il leader Felice Floris: «Reagiremo, a Cagliari in diecimila»

07 agosto 2014
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OZIERI. Movimento pastori all'attacco frontale. La nuova offensiva parte dal centro fieristico nell'area di San Nicola ricoperto dalle bandiere blu e gialle dell'Mps: «Quest'assessore all'Agricoltura deve dimettersi, vuole fare da padrona nei nostri ovili senza neanche parlare con noi: ai primi di settembre marceremo su Cagliari, chiederemo al presidente Pigliaru di riceverci, ma lei, Elisabetta Falchi, non la vogliamo incontrare, speriamo anzi che abbia già tolto il disturbo».

Mobilitati più di trecento allevatori arrivati da tutta l'isola. «Ma tra un mese a protesta davanti alla Regione saremo diecimila», assicura il leader Felice Floris. Al centro della sala riservata all'assemblea, in uno dei grandi capannoni, un cartello rosso con la grande scritta "Se muore la pastorizia, muore la Sardegna". In sala parecchie donne. Due le richieste della base: contare di più nelle direttrici del Piano di sviluppo rurale per l'isola 2014-2020 e "far cessare la politica dei vaccini". «Una politica che dalla blue tongue e dalla peste suina - sottolineano un po' tutti - provoca scandali giudiziari, non fa che indebolire le nostre greggi e genera mille effetti collaterali sul bestiame».

Adesso però stanno per arrivare 28 milioni d'indennizzi proprio per la Lingua blu: non bastano? «A parte che non sono sufficienti, quelli ci erano dovuti: li aveva garantiti già Cappellacci lo scorso anno - replica Floris stringendo decine di mani all'ingresso del padiglione - E poi noi siamo contro questa strategia demenziale basata solo sulla burocrazia, su norme tecniche, su ordinanze che si scontrano con il nostro lavoro di tutti i giorni. E contestiamo una politica che non ascolta i cittadini». «Perché non ci hanno sentito sul Piano di sviluppo rurale? - chiede ancora il leader dell'Mps - Per quale motivo ci ascoltano a Roma e a Bruxelles e non a casa nostra? In realtà penso di saperlo. L'assessore Falchi è portatrice di un conflitto d'interessi grosso così: latifondista, rappresenta la grande proprietà terriera ed è stata sino a pochi mesi fa uno dei dirigenti nazionali di Confagricoltura. Con queste premesse non può sicuramente capire le ragioni del nostro movimento».

Motivazioni che in tanti, a Ozieri, si danno da fare a chiarire nei dettagli. «Dal 2003-2004 abbiamo subìto gravissimi danni con questi maledetti vaccini sudafricani: io ho perso 80 pecore, ma altre hanno avuto aborti e le nascite degli agnelli non hanno più rispettato il corso delle stagioni», insorge Antonio Crasta, di Pattada, 76 anni, pastore dall'età di 10. «E la produzione del latte si è ridotta della metà», gli fa eco l'orgolese Pietro Floris, di poco più giovane, anche lui una vita alle spalle trascorsa negli ovili. Parla di un "colossale disastro" un altro pattadese quarantenne che segue gli interventi dei compagni a poca distanza, Antonio Pizzadili. Mentre una delle donne del movimento, Sebastiana Casu, 54 anni, di Tula, madre di tre figli, incalza: «Sul Piano di sviluppo vogliamo dire la nostra ed è assurdo che l'assessore non ci abbia neppure voluto ascoltare».

Proteste e contestazioni elencate con forza e determinazione sotto gli occhi di un discreto presidio formato da carabinieri, polizia e qualche agente della Digos confuso in sala tra gli allevatori. Per il Psr, nei prossimi 7 anni, in ballo c’è una montagna di soldi: molto più di un miliardo, per l'esattezza 1.308 milioni. «E allora noi vogliamo proporci come custodi del paesaggio e dell'ambiente, contribuire alla crescita dell'isola, valorizzare le nostre risorse - sostiene un altro dei responsabili dell'Mps, il tempiese Mario Carai - E per farci convocare stavolta vorrà dire che alzeremo la voce».

«Non vogliamo certo essere trattati come bambini piccoli, ma non siamo neanche farina per fare ostie: se questi ricatti continueranno, vorrà dire che ci muoveremo di conseguenza», spiega Floris. E il suo è più di un avviso ai naviganti. (ha collaborato Barbara Mastino)

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