La Nuova Sardegna

Lettera a Renzi: finiti i soldi, si ferma il traghetto di GoinSardinia

di Giampiero Cocco
Lettera a Renzi: finiti i soldi, si ferma il traghetto di GoinSardinia

L'ad Giampaolo Scano scrive anche a Gabrielli, Pigliaru e al prefetto Mulas: in 20mila a terra, rischio caos nel porto di Olbia. Senza ulteriori risorse da oggi la nave per Livorno non viaggerà più

27 agosto 2014
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OLBIA. La bandiera bianca della resa, sul pennone di prua del traghetto El Venizelos della compagnia Goinsardinia, l’ha alzata, ieri mattina, l’amministratore delegato Giampaolo Scano.

«Impossibilitati a pagare il carburante, dovremo fermare la nave a partire da oggi – scrive l’amministratore delegato al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al capo della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli, al prefetto di Sassari, Salvatore Mulas, al presidente della Regione Francesco Pigliaru e ad altre decine di personalità politiche –, e lanciamo un allarme preventivo per l’imminente stato di criticità connessa a problemi di ordine pubblico derivati da interruzione dei trasporti navali garantiti fino ad oggi da Goinsardinia. Ricorriamo a voi perché, senza un intervento urgente e immediato da parte degli organi di governo dello Stato e della Regione Sardegna, non potremo impedire l'interruzione di detto servizio, con conseguente impossibilità di trasportare circa 20mila passeggeri prenotati sulla nostra nave per corse Olbia-Livorno dal 27 agosto alla prima settimana di settembre».

La drammatica lettera è arrivata ieri mattina anche in prefettura, oltre che nelle sedi istituzionali, e l’allarme rosso è già scattato.

Sono in tanti a muoversi, in queste ore, per trovare una soluzione che appare senza via d’uscita, anche perché il consorzio Goinsardinia – una associazione che raggruppa 200 tra imprenditori turistici, ristoratori, albergatori e agenti di viaggio – specifica nella stessa lettera di non essere più in grado di «proteggere i 20mila passeggeri che hanno prenotato il viaggio da e per la Sardegna da qui al 5 settembre». In parole povere non possono assicurare il biglietto di andata o ritorno con altre compagnie di navigazione.

Ad affondare la Goinsardinia sarebbe stato, stando alle affermazioni dell’amministratore delegato Giampaolo Scano, una fornitura di carburante sporco che ha mandato in avaria uno dei motori della nave greca noleggiata per la stagione estiva, una avaria che ha comportato ritardi su ritardi e, infine, l’annunciato blocco delle partenze.

«L'impossibilità di accedere a qualche giorno di credito ci costringe a dover bloccare la nave e interrompere il servizio di trasporto con restanti circa 20mila passeggeri che da oggi al 5 settembre dovranno rientrare nella penisola, con una media di circa 1.800 persone al giorno. Anticipiamo, come con senso di responsabilità già fatto circa una settimana fa al prefetto di Sassari, che questi nostri passeggeri saranno costretti a restare in banchina o a cercare altra soluzione autonoma, in quanto Goinsardinia non è nelle condizioni finanziarie di provvedere autonomamente alla riprotezione dei passeggeri stessi».

La bollentissima patata è ora nelle mani del presidente Renzi, del capo della protezione civile nazionale Franco Gabrielli e del presidente della Regione Francesco Pigliaru i quali dovranno trovare, in tempi più che rapidi (entro questa sera) una soluzione per tamponare la grossa falla che verrà a crearsi nel sistema dei trasporti marittimi da e per l’isola. Il rischio dei bivacchi sul porto, come accadeva per mancanza di navi vent’anni fa, è nell’aria, ma questa volta a causarli sarà dovuta all’incapacità di gestire una linea marittima.

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