La Nuova Sardegna

Sul monte Ortobene e alle feste di paese

di Fabio Canessa

L’isola del cantante che oggi riceverà il “Redentore d’oro”

29 agosto 2014
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Di premi ne ha ricevuto altri, ma questa volta l’emozione è diversa dal solito. L’ultimo riconoscimento a Piero Marras arriva dalla sua città, Nuoro, che ha lasciato ormai da tanti anni (vive a Cagliari) ma porta sempre nel cuore. Troppi ricordi importanti per poterla dimenticare. Ricordi legati anche alla principale festa nuorese: la Sagra del Redentore. Proprio all’interno della manifestazione rientra il premio che il cantautore riceverà questa mattina sul monte Ortobene (alle 10.45 prima della messa), il Redentore d’oro. «Da nuorese - sottolinea Marras - è davvero una soddisfazione enorme questo riconoscimento, questa attenzione nei miei confronti. Devo dire che non me lo aspettavo. Mi fa un effetto strano, è una cosa diversa dal solito premio perché viene dal posto in cui sei nato. Una grande emozione».

La Sagra del Redentore. Con la sua anima mista, tra sacro e profano, la festa nuorese per eccellenza entra nei cuori degli abitanti del territorio che la vivono sin da piccoli. «Ricordo da bambino via Deffenu piena di gente, un’armata, e mio padre che sparava con il fucile al buio la notte, dal terrazzino. Ricordo la grande attesa per la festa. Quell’atmosfera che in fondo si presenta anche quando vado a fare concerti nei paesi, nelle piazze. So cosa significa quel giorno, la festa del paese, perché ognuno ha dei ricordi legati alla sua festa, a quella che magari ha vissuto sin da bambino». Quelli di Piero Marras si arricchiranno con il premio che richiama alla statua del Redentore. «Ricordo la prima volta che vidi la statua, così gigantesca da farmi paura. Non avevo mai visto una cosa così grande che avesse sembianze umane. Mi ha sempre ricordato “il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola” di Manzoni».

Le feste tradizionali. Non solo la Sagra del Redentore. Raccontando la sua Sardegna, Piero Marras ricorda anche altre grandi feste. «Quando capita partecipo alla Faradda, mi piace soprattutto per la partecipazione della gente, vedo la stessa dedizione che c'è a Nuoro per il Redentore, che anche le nuove generazioni sono attaccate a questo rito. Ma in generale mi piace la città. Mia madre era sassarese per cui mi parlava sempre di Sassari che ho scoperto soprattutto negli ultimi 15-20 anni. Mi piace lo spirito della città, mi ci trovo bene. Non è un caso, credo, che quasi tutti i miei musicisti siano di Sassari. C'è una capacità di partecipare alla musica, un contatto, un entusiasmo più forte rispetto a Cagliari». Grandi manifestazioni tradizionali alle quali più di una volta il cantautore ha portato amici non sardi. «Ultimamente ho portato degli amici a Sedilo a vedere l'Ardia. Ovviamente molti vengono per il mare, e io consiglio soprattutto la costa del sud, la zona Villasimius, che conosco meglio, ma la vacanza deve anche essere culturalmente stimolante. Poche settimane fa sono arrivati degli amici e gli ho dato un appuntamento a un mio concerto particolare: al nuraghe Santu Antine di Torralba. Sono rimasti affascinati».

La musica. Luoghi che possono anche essere fonte d’ispirazione per un artista: «Sono sempre partito dalla musica, credo che abbia dentro un testo che bisogna tirar fuori. Per “Abbardente”, nel 1985, feci una prova per vedere se funzionava quello che volevo dire. In auto, ad alto volume, aprivo i finestrini per vedere se la musica era giusta e si coniugava bene con il paesaggio. Quello che volevo raccontare non era solo musica, ma anche odore, natura non ordinata, selvaggia, ma bellissima».

Le vie del gusto. La cultura è anche cibo e il viaggio suggerito da Piero Marras non può non comprendere anche un itinerario culinario. «Punto su una cucina più di terra che di mare. Nonostante viva a Cagliari da più di trent’anni, la mia cultura è quella. Quindi fare assaggiare i formaggi di un certo tipo, pane frattau, porcetto arrosto. Cose semplici ma che vanno saputo fare. Non hanno lo stesso gusto dappertutto. E poi c'è la componente primaria: quella del vino. Il vino in Sardegna ha avuto questa grande capacità di rinnovarsi e puntare all'eccellenza. Questo viene confermato anche dagli amici che arrivano da tutte le regioni d'Italia e non solo».

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