La Nuova Sardegna

Lingua blu, la Procura apre un'inchiesta per epidemia colposa

Lingua blu, la Procura apre un'inchiesta per epidemia colposa

Dopo l’iniziativa di Roma, a Cagliari si formalizza il procedimento. Acquisiti gli atti del fascicolo aperto dal pm Mario Marchetti nel 2004

08 ottobre 2014
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CAGLIARI.. I vaccini contro la diffusione della lingua blu servivano in realtà per alimentare il contagio della malattia tra gli animali d’allevamento: su quest’ipotesi la Procura della Repubblica di Cagliari ha aperto un’inchiesta giudiziaria. Il reato ipotizzato nel fascicolo è epidemia colposa, ma si tratta soltanto di una scelta tecnica di partenza sulla quale il procuratore capo Mauro Mura intende lavorare nei prossimi mesi per arrivare alla verità.

L’indagine sarda segue quella di Roma, dove due dirigenti pubblici sono accusati di aver messo su una catena criminosa che, negli anni, anziché prevenire la malattia negli allevamenti avrebbe contribuito a fare strage di pecore e capre. Con ingenti danni per l'erario, in particolare per la Sardegna, prima regione in Italia per allevamenti di ovini e caprini.

Già da anni tra i pastori serpeggiava il sospetto che i vaccini contribuissero a favorire la moria del bestiame. Ora a sostenere la stessa tesi è la Procura di Roma. Secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo infatti, Romano Marabelli, direttore generale del Dipartimento alimenti e sanità veterinaria del ministero della Salute, e Vincenzo Caporale, direttore dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise, avrebbero «cagionato la diffusione della blue tongue, per siero conversione da virus vaccinale, provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale».

Un’attività che potrebbe essersi sviluppata nell’isola grazie a complicità diffuse e a connivenze che l’indagine condotta dal nucleo investigativo del Corpo Forestale, coordinato dal commissario Ugo Calledda, cercherà di appurare. Gli anni sotto la lente degli investigatori sono quelli che vanno dal 2003 al 2004, anni in cui il vaccino avrebbe contribuito a diffondere la malattia tra le greggi della Sardegna.

L’interesse degli inquirenti isolani sulla questione si era riacceso lo scorso luglio, a seguito delle notizie relative all’indagine di Roma nata per accertare eventuali illeciti sull’acquisto e l’importazione del prodotto veterinario, importato dal Sud Africa senza le necessarie sperimentazioni, che - sempre stando alla accuse - avrebbe allargato il fronte della malattia in Sardegna. La Procura ha acquisito in questi giorni gli atti di un’inchiesta svolta e archiviata nel 2004 dal procuratore Mario Marchetti.

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