La giunta Pigliaru cancella l’ultima traccia del Pps
Azzerata la “delibera madre” del Piano paesaggistico varato un anno fa da Cappellacci L’assessore Erriu: «Abbiamo ripristinato i vincoli, evitato altro cemento e fatto chiarezza»
CAGLIARI. Addio per sempre. Anzi, fate proprio conto che non sia neanche esistito. Il Piano paesaggistico dei sardi, quello voluto dal centrodestra e firmato poi un anno fa dall’allora presidente Cappellacci, è stato ora cancellato dall’inizio alla fine da chi governa. Il centrosinistra e la giunta Pigliaru lo avevano giurato: «Vedrete, del Pps non resterà traccia, ritorneremo presto ai vincoli del 2006, quelli di Soru, seppure riveduti e corretti».
Il tempo è arrivato. A sei mesi dall’insediamento, la nuova maggioranza ha fatto piazza pulita del passato più recente e per riprendere una frase efficace dell’editorialista della Nuova Sandro Roggio, realizzato un sogno: «Sarà bello – scriveva Roggio – quando del Piano paesaggistico dei sardi, indegno surrogato del Ppr, resterà solo il ricordo di una messinscena elettorale durata anche troppo a lungo». Quel tempo è arrivato. Dopo averlo anestetizzato a marzo, mese in cui Pigliaru e più avevano annullato la delibera di entrata in vigore proprio del Pps per «palesi violazioni di legge», ieri lo stesso piano è stato sepolto con un ultimo colpo di pala. Questo: la giunta di centrosinistra ha annullato anche la tanto contestata delibera madre del Piano dei sardi, datata 25 ottobre 2013, con cui allora il centrodestra aveva avviato «la revisione e l’aggiornamento del Piano paesassagistico regionale».
Fine della corsa. La partita adesso è davvero chiusa e con questa sepoltura, tra l’altro, non prevede solo il ritorno ai vincoli che c’erano dal 2006 al 2013 nei centri storici e nella fascia costiera, ma soprattutto evita – ha detto l’assessore all’Urbanistica in carica, Cristiano Erriu – che «possano essere riesumati i vecchi piani di lottizzazione». Erano quelli presentati nei Comuni prima del 2006, poi bloccati da Soru e che per gli ambientalisti – se fosse rimasto il Pps di Cappellacci – avrebbero rovesciato sulla Sardegna «dai quindici ai venti milioni di metri cubi», come si può leggere nei comunicati di protesta dell’epoca. Ebbene, anche questi progetti, che qualcuno aveva ribattezzato zombie , sono stati condannati all’oblio senza più alcuna possibilità di appello. Ma la giunta Pigliaru, nel seguire la filosofia ambientale ribadita dal presidente «vogliamo la tutela piena del territorio», è andata oltre. Con la stessa delibera, ha corretto gli errori che c’erano, tra l’altro riconosciuti da tutti, nell’elenco dei beni paesaggisti e identitari del Ppr di Soru. «Con la piena collaborazione dei Comuni e del ministero ai Beni Ambientali, con cui i rapporti sono ritornati a essere di dialogo, abbiano rivisto quello che i tecnici chiamano repertorio». È l’elenco dei beni tutelati: erano oltre diecimila all’epoca di Soru, per poi essere ridotti a poco più di ottomila da Cappellacci e sono ritornati a essere novemila nella gestione Pigliaru-Erriu. Non è una semplice e arida questione di numeri: «La nuova mappa – ha detto l’assessore – è stata concordata con le amministrazioni e finalmente non c’è solo la certezza di dove siano i beni e del territorio che comprendono, in questo momento sappiamo che i nostri novemila sono quelli reali e importanti». Tanto che al repertorio è stato persino cambiato il nome: è ritornato a essere quello storico, «il mosaico», e a giorni sarà pubblicato sul sito della Regione.
Il futuro. Tutta questa procedura ha portato, come ha sottolineato il governatore, a «ricomporre anche il conflitto con lo Stato». Era stato scatenato dal suo predecessore, Cappellacci, perché «con il Pps aveva deciso in solitudine e senza invece l’indispensabile copianificazione col ministero». Acqua passata, da mesi con i funzionari dello Stato la Regione ha ripreso a parlare fino «a trovare un’intesa di massima che ci porterà – ha assicurato Erriu – ad approvare il nuovo Piano pesaggistico regionale in tempi brevi e rapidi». Questo l risultato avrà due anteprime importanti: il ministero ritirerà i ricorsi sul Pps presentati alla Corte costituzionale per conflitto di competenza e non avrà neanche seguito l’altro presentato dal Gruppo d’intervento giuridico contro la delibera madre e che proprio dalla settimana prossima doveva essere preso in carico dai giudici del Tar.
La morale. «Abbiamo ripristinato i vincoli che c’erano, abbiamo evitato altro cemento e soprattutto fatto chiarezza», ha detto l’assessore all’Urbanistica. Con Pigliaru che ha aggiunto: «Abbiamo tenuto fede a un altro passaggio importante del nostro programma elettorale. Avevamo detto: sbatteremo la porta in faccia a un Pps indecente, improponibile». L’hanno tumulato. (ua)