La Nuova Sardegna

La giunta Pigliaru cancella l’ultima traccia del Pps

La giunta Pigliaru cancella l’ultima traccia del Pps

Azzerata la “delibera madre” del Piano paesaggistico varato un anno fa da Cappellacci L’assessore Erriu: «Abbiamo ripristinato i vincoli, evitato altro cemento e fatto chiarezza»

11 ottobre 2014
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CAGLIARI. Addio per sempre. Anzi, fate proprio conto che non sia neanche esistito. Il Piano paesaggistico dei sardi, quello voluto dal centrodestra e firmato poi un anno fa dall’allora presidente Cappellacci, è stato ora cancellato dall’inizio alla fine da chi governa. Il centrosinistra e la giunta Pigliaru lo avevano giurato: «Vedrete, del Pps non resterà traccia, ritorneremo presto ai vincoli del 2006, quelli di Soru, seppure riveduti e corretti».

Il tempo è arrivato. A sei mesi dall’insediamento, la nuova maggioranza ha fatto piazza pulita del passato più recente e per riprendere una frase efficace dell’editorialista della Nuova Sandro Roggio, realizzato un sogno: «Sarà bello – scriveva Roggio – quando del Piano paesaggistico dei sardi, indegno surrogato del Ppr, resterà solo il ricordo di una messinscena elettorale durata anche troppo a lungo». Quel tempo è arrivato. Dopo averlo anestetizzato a marzo, mese in cui Pigliaru e più avevano annullato la delibera di entrata in vigore proprio del Pps per «palesi violazioni di legge», ieri lo stesso piano è stato sepolto con un ultimo colpo di pala. Questo: la giunta di centrosinistra ha annullato anche la tanto contestata delibera madre del Piano dei sardi, datata 25 ottobre 2013, con cui allora il centrodestra aveva avviato «la revisione e l’aggiornamento del Piano paesassagistico regionale».

Fine della corsa. La partita adesso è davvero chiusa e con questa sepoltura, tra l’altro, non prevede solo il ritorno ai vincoli che c’erano dal 2006 al 2013 nei centri storici e nella fascia costiera, ma soprattutto evita – ha detto l’assessore all’Urbanistica in carica, Cristiano Erriu – che «possano essere riesumati i vecchi piani di lottizzazione». Erano quelli presentati nei Comuni prima del 2006, poi bloccati da Soru e che per gli ambientalisti – se fosse rimasto il Pps di Cappellacci – avrebbero rovesciato sulla Sardegna «dai quindici ai venti milioni di metri cubi», come si può leggere nei comunicati di protesta dell’epoca. Ebbene, anche questi progetti, che qualcuno aveva ribattezzato zombie , sono stati condannati all’oblio senza più alcuna possibilità di appello. Ma la giunta Pigliaru, nel seguire la filosofia ambientale ribadita dal presidente «vogliamo la tutela piena del territorio», è andata oltre. Con la stessa delibera, ha corretto gli errori che c’erano, tra l’altro riconosciuti da tutti, nell’elenco dei beni paesaggisti e identitari del Ppr di Soru. «Con la piena collaborazione dei Comuni e del ministero ai Beni Ambientali, con cui i rapporti sono ritornati a essere di dialogo, abbiano rivisto quello che i tecnici chiamano repertorio». È l’elenco dei beni tutelati: erano oltre diecimila all’epoca di Soru, per poi essere ridotti a poco più di ottomila da Cappellacci e sono ritornati a essere novemila nella gestione Pigliaru-Erriu. Non è una semplice e arida questione di numeri: «La nuova mappa – ha detto l’assessore – è stata concordata con le amministrazioni e finalmente non c’è solo la certezza di dove siano i beni e del territorio che comprendono, in questo momento sappiamo che i nostri novemila sono quelli reali e importanti». Tanto che al repertorio è stato persino cambiato il nome: è ritornato a essere quello storico, «il mosaico», e a giorni sarà pubblicato sul sito della Regione.

Il futuro. Tutta questa procedura ha portato, come ha sottolineato il governatore, a «ricomporre anche il conflitto con lo Stato». Era stato scatenato dal suo predecessore, Cappellacci, perché «con il Pps aveva deciso in solitudine e senza invece l’indispensabile copianificazione col ministero». Acqua passata, da mesi con i funzionari dello Stato la Regione ha ripreso a parlare fino «a trovare un’intesa di massima che ci porterà – ha assicurato Erriu – ad approvare il nuovo Piano pesaggistico regionale in tempi brevi e rapidi». Questo l risultato avrà due anteprime importanti: il ministero ritirerà i ricorsi sul Pps presentati alla Corte costituzionale per conflitto di competenza e non avrà neanche seguito l’altro presentato dal Gruppo d’intervento giuridico contro la delibera madre e che proprio dalla settimana prossima doveva essere preso in carico dai giudici del Tar.

La morale. «Abbiamo ripristinato i vincoli che c’erano, abbiamo evitato altro cemento e soprattutto fatto chiarezza», ha detto l’assessore all’Urbanistica. Con Pigliaru che ha aggiunto: «Abbiamo tenuto fede a un altro passaggio importante del nostro programma elettorale. Avevamo detto: sbatteremo la porta in faccia a un Pps indecente, improponibile». L’hanno tumulato. (ua)

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