La Nuova Sardegna

Scavi, università in campo sino a marzo

di Roberto Petretto

Il rettore dell’ateneo di Sassari richiama gli accordi già siglati. Emendamento in Regione: un milione per valorizzare il sito

16 ottobre 2014
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CABRAS. Le università di Cagliari e Sassari non lasceranno il campo prima del marzo del 2015: è il rettore dell’ateneo sassarese, Attilio Mastino, a dichiararlo nell’intervento che pubblichiamo qui sotto. «Hanno le competenze e i mezzi affinchè il cantiere “Archeologia di Mont’e Prama”ý possa proseguire fino al 31 marzo 2015». Una risposta alle sollecitazioni del ministero dei Beni culturali che aveva chiesto i tempi di conclusione dell’attuale campagna di scavo, in modo da programmare quella successiva che realizzare il vecchio progetto dell’Arcus grazie a un finanziamento di 250mila euro (altri 450mila sono destinati a Tharros) che dovrebbe essere gestito dalla società Archeosistemi di Reggio Emilia. Le risorse ci sono, puntualizza Mastino, e per ora continuerà il lavoro ripreso dagli archeologi della Soprintendenza e delle due università, dopo più di trent’anni di silenzio.

Cosa succederà dopo per ora lo si può solo ipotizzare. Dal ministero nessuna conferma sulla notizia dell’aggiudicazione provvisoria del nuovo progetto alla Archeosistemi. E anche dalla società cooperativa non arriva alcun commento.

Abbondano invece le reazioni alle decisioni del ministero dei Beni culturali. Anche ieri i commenti sono stati numerosi, soprattutto da ambienti del centrodestra. In consiglio regionale i consiglieri eletti in provincia di Oristano hanno anche presentato un emendamento al bilancio: «Un milione di euro per salvaguardare il sito di Mont'e Prama. È quanto l'Udc ha chiesto oggi nel corso della discussione generale – ha detto il consigliere regionale dell'Udc, Gianni Tatti –. Ho presentato un emendamento assieme ai colleghi Oscar Cherchi e Attilio Dedoni per la valorizzazione di questo importantissimo sito archeologico, bene della Sardegna e del mondo intero».

Sulle procedura di affidamento della nuova campagna di scavi ha invece presentato una richiesta di accesso agli atti al Ministero dei Beni culturali l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci: «Abbiamo inviato alla direzione regionale dei beni culturali una richiesta di accesso agli atti per fare luce sull'assegnazione del recupero, dell'indagine scientifica e valorizzazione delle aree archeologiche di Mont'e Prama e Tharros». Cappellacci solleva dubbi: «Con quali motivazioni è stata seguita una procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando, che individua a priori la rosa dei partecipanti? Qualora dalle carte dovesse essere confermato il ribasso d'asta del 29%, vorremmo capire quali prestazioni dovrebbero essere effettuate e quanto durerà la somma stanziata».

Il consigliere dei Riformatori, Attilio Dedoni, si scaglia contro l’esecutivo regionale: «Stupisce, e induce a pensare le cose peggiori, il perdurare del silenzio della giunta», ma ancor più contro l’ex soprintendente Marco Minoja: «Già si era distinto all'epoca dell'allestimento della mostra sui Giganti per aver rifiutato la collaborazione di illustri studiosi di caratura internazionale nella predisposizione del catalogo dell'esposizione, per poi presentare un misero libretto curato in prima persona: è lui, che a gennaio ha lasciato la soprintendenza cagliaritana per accasarsi a Reggio Emilia, il responsabile unico del procedimento che ha portato all'affidamento degli scavi alla Archeosistemi».

@Petretto

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