La Nuova Sardegna

I carabinieri indagano sulle frasi minacciose

di Giancarlo Bulla
I carabinieri indagano sulle frasi minacciose

Sentiti alcuni testimoni e lo stesso don Pretta, intanto la Curia valuta quali provvedimenti adottare

26 ottobre 2014
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GESICO. Ancora una volta don Luca Pretta, l’eccentrico parroco di Gesico, è finito nell’occhio del ciclone ed è salito agli onori della cronaca. Il prete tradizionalista, originario di Nuraminis, ordinato sacerdote il 20 settembre del 1997, è parroco del paese della Trexenta dal 31 luglio del 1998. Per la festa del compatrono San Amatore, ha invitato don Vilmar Pavesi, uno dei più conosciuti preti legati alla liturgia tradizionale, nonostante la sua giovane età ( 44 anni). Il sacerdote ospite, nato in Brasile da una famiglia di origini lombarde, lunedì pomeriggio, al termine della messa che ha concluso i festeggiamenti religiosi ha lanciato, tra lo sbigottimento generale, un vero e proprio anatema. In sintesi avrebbe infatti augurato ai figli dei nemici di don Luca di rimanere orfani e alle loro mogli di diventare vedove. Il parroco e i suoi sostenitori hanno cercato di minimizzare l’accaduto e di gettare acqua sul fuoco sostenendo che il sacerdote non conoscendo bene l’italiano si è espresso male ed è stato frainteso. Né il parroco, né i suoi seguaci tuttavia hanno apertamente preso le distanze. Sull’episodio indagano i carabinieri della stazione. Il comandante, il maresciallo Daniel Natali, informalmente, ha sentito diverse persone tra le quali lo stesso parroco. «Abbiamo accertato il fatto. Ma possiamo formalmente intervenire – dice il capitano Gabriele Porta, comandante della compagnia di Dolianova – solo se viene presentata una querela di parte. Il reato che potrebbe ipotizzarsi non è perseguibile di ufficio».

Sul fatto indaga anche la diocesi di Cagliari. Il segretario particolare del vescovo, don Carlo Rotondo, riferisce che monsignor Arrigo Miglio, a conoscenza dell’episodio, sta quali provvedimenti adottare.

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