La Nuova Sardegna

Riforma delle Asl, la verà novità sarà il “codice rosa”

di Umberto Aime
Riforma delle Asl, la verà novità sarà il “codice rosa”

Equipe d’emergenza per far fronte alla violenza sulle donne Sulla legge confronto duro fra maggioranza e opposizione

06 novembre 2014
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CAGLIARI. Il «codice rosa» o pronto soccorso per l’emergenza delle emergenze, la violenza sulle donne, è l’unica novità reale (quasi) della legge sulla sanità. Tutto il resto, a futura a memoria, con effetti – buoni o cattivi? – rimandati all’anno prossimo, quando arriverà la riforma delle Asl, quella che sarà totale. Per ora il Consiglio regionale si è preso sulle spalle il peso di mettere assieme i pezzi di una leggina uscita con un testo dalla commissione e stravolta in aula dagli emendamenti presentati dalla maggioranza di centrosinistra. Ieri altri due articoli, oltre a quello sul «codice rosa», sono stati approvati da chi governa: la conferenza territoriale socio-sanitaria, composta dai Comuni amministrati dalle future Asl, e le «case della salute» o poliambulatori decentrati. Gli ultimi due articoli, compreso quello che darà il via libera al commissariamento delle Aziende sanitarie, saranno approvati mercoledì, con il voto finale dall’esito scontato: via libera e pubblicazione sul Bollettino della Regione.

Emendamento. L’emendamento è stato presentato in corsa, nessuno ci aveva pensato in commissione, dal consigliere regionale Luca Pizzuto (Sel). È stato approvato all’unanimità, anche se poche ore dopo ha scatenato l’ennesima polemica fra maggioranza e centrodestra, che ha ricordato come «il servizio fosse stato già inaugurato dalla giunta Cappellacci». Paternità a parte, il «codice rosa» sarà attribuito alle donne vittime di violenze che arriveranno al pronto soccorso. Sarà un’equipe multidisciplinare, composta anche da psicologi, a occuparsi dell’emergenza. La Sardegna è una delle prime regioni a istituire il «codice rosa» – oltre alla donne garantirà maggiore tutela ad anziani, bambini e immigrati – ed «è un segnale di grande attenzione e civiltà», è stato il commento dell’assessore alla Sanità, Luigi Arru.

Allarme rosso. È quello che, nella quarta seduta dedicata alla legge, si è accesso più volte durante e dopo ogni scontro fra i due poli in campo. Stavolta la minoranza ha contestato al centrosinistra non solo di aver «tirato fuori dal cilindro un pasticcio», ma commesso anche un altro errore: «Di fatto avete commissariato il Consiglio, perché tutti i poteri di fare e disfare da oggi in poi li avrà la Giunta». L’hanno detto Giorgio Oppi (Udc), Pietro Pittalis e Oscar Cherchi (Forza Italia) e Attilio Dedoni e Michele Cossa (Riformatori), con toni spesso accessi: «Il ruolo d’indirizzo del Consiglio – uno dei passaggi – non può essere svilito con così tanta brutalità». Al fuoco dell’opposizione ha risposto la maggioranza con Pietro Cocco, Lorenzo Cozzolino e Luigi Ruggeri del Pd, Anna Maria Busia e Roberto Desini del Centro Democratico. Dai banchi del centrosinistra la risposta è stata secca: «Possiamo solo rimproverarci di non essere intervenuti prima sul disastro economico e organizzativo ricevuto in eredità dalla giunta Cappellacci». Ora il centrosinistra ha accelerato i tempi e vuole portare a casa questo primo passaggio. Poi comincerà la fase di studio della seconda parte per arrivare in primavera alla grande riforma che – stando alle previsioni dell’assessore – «porterà a una riduzione netta della spesa», seppure ancora da quantificare, e «migliorerà subito la qualità del sistema sanitario regionale».

Grande partecipazione. A sollecitarla è stato, in uno degli interventi, l’assessore Arru. «Nessuna decisione operativa – ha detto – sarà presa senza aver consultato prima i territori». Nulla, neanche la novità dell’Azienda per le urgenze-emergenza e ancora meno la prossima mappa delle Asl, «sarà calato dall’alto». Il giuramento della Giunta è stato: «Andiamo e andremo alla ricerca di condivisione, consapevolezza e responsabilizzazione, perché è questa l’unica strada per raddrizzare la sanità nelle città e nelle zone interne». La chiusura è stata del capogruppo di Sel, Daniele Cocco: «Dobbiamo fidarci».

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