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Il Qatar punta sull’isola per distribuire il suo gas

di Luca Rojch
Il Qatar punta sull’isola per distribuire il suo gas

Lo Stato arabo vuole creare in Sardegna l’hub da cui far passare il metano: la Sardegna chiede al governo le risorse per costruire un rigassificatore

13 novembre 2014
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SASSARI. Un’amicizia a tutto gas. La Sardegna sembra sempre più una provincia del Qatar, un suo avamposto sul Mediterraneo. La Costa Smeralda e il San Raffaele sono solo l'inizio di una partnership commerciale strettissima.

Monarchia gasata. Perché il vero business su cui punta il piccolo paese arabo è il gas. Il Qatar è una monarchia fondata sul metano. È il terzo produttore al mondo, preceduto solo da Russia e Iran. E sul gas ha fondato la sua economia. Senza sua maestà il metano la munifica monarchia araba che spende dollari su tutto il pianeta sarebbe solo una torrida distesa di sabbia. Il Qatar ha più o meno 25mila miliardi di metri cubi di riserve di gas, pari a 360 anni di consumi italiani. Il triplo delle riserve degli Stati Uniti. L’emirato ora punta alla Sardegna come base per stoccare il gnl (gas naturale liquefatto) da esportare in Europa.

I progetti. A rivelarlo è Chatura Poojari, responsabile di Business planning & controls di RasGas per il Qatar, che ha spiegato i piani di espansione commerciale dell'emirato alla rivista Internazionale, ripresa da Sardiniapost. «Entro la fine dell'anno il ministero dello Sviluppo economico dovrebbe mettere a punto un piano strategico per lo sfruttamento del gas in Italia – dice il responsabile –. La Sardegna, unica regione non metanizzata d’Italia, dopo avere abbandonato il progetto Galsi di costruzione di un gasdotto dall'Algeria, cerca di ottenere dal governo centrale il supporto per creare uno o più terminali di gnl per alimentare le reti già costruite, ma v in gran parte inutilizzate».

La strategia della Regione. Le parole del responsabile danno anche un senso alle scelte sulle strategie energetiche mantenute dalla giunta Pigliaru in questi mesi. L’abbandono quasi immediato del progetto Galsi e l’ipotesi della creazione di alcuni rigassificatori. Fino a oggi si riteneva che dovessero essere utili solo per soddisfare il fabbisogno interno dell'isola. Ma secondo i progetti del Qatar la Sardegna dovrebbe essere uno snodo centrale nella distribuzione del gas in Italia e in tutta l'Europa. La giunta regionale non ha mai nascosto il suo interesse per la creazione di un rigassificatore che potesse fornire energia a basso costo per imprese e privati nell’isola. Ma la polemica con gli ambientalisti sembrava aver fatto evaporare il progetto. Ora l'idea riprende corpo. Il Qatar è leader nella produzione di gnl che trasporta con navi cisterna fino alla Norvegia. Ma per entrare in circolo nella rete il metano ha bisogno di un rigassificatore. Il gas naturale liquefatto va stoccato e uno o due impianti in Sardegna sarebbero ideali per le rotte del gas del Qatar che raggiungono il nord Europa.

Hub Sardegna. Da qui la concreta possibilità che la Sardegna diventi l’hub europeo per la distribuzione del gas del Qatar.Un business miliardario. Sono 29 gli stati al mondo che importano metano liquefatto e 26 di questi comprano dal Qatar. Un terzo di tutto il gnl scambiato nel mondo viene da qui.

I pionieri. A dire il vero un primo mini gassificatore c'è già. È della 3 A, l'azienda lattiero casearia di Arborea. Dovrebbe entrare in funzione entro pochi mesi e sarà alimentato proprio a gnl. Dal porto di Cagliari due tir carichi di gas liquido raggiungeranno Arborea per due giorni alla settimana. Il gnl arriva da Valencia. Oggi gli impianti dell'azienda vanno a olio combustibile, molto più inquinante e meno efficiente. Tra poco entreranno in funzione i nuovi generatori a gas, con uno stoccaggio di metano di oltre 100 metri cubi. Sarà il primo assaggio di metano nella storia della Sardegna. E nonostante questo infinito tragitto la 3 A l'azienda risparmierà. In teoria il gas ci sarebbe anche sotto casa. Lo vorrebbe estrarre la Saras, ma il progetto di ricerca Eleonora è stato bocciato dalla Regione.

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