La Nuova Sardegna

San Gavino

Zafferano, l’oro rosso della Sardegna non conosce crisi

di Luciano Onnis
La sagra dello zafferano a San Gavino
La sagra dello zafferano a San Gavino

Sagra della preziosa spezia nel paese dove se ne producono ogni anno ben centocinquanta chili

16 novembre 2014
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SAN GAVINO. Con la grande industria e il comparto produttivo regionale che vanno a rotoli, in terra sarda svolazza la classica mosca bianca che gode buona salute e va addirittura proliferando. E' la fabbrica dello zafferano, la miniera del cosiddetto "oro rosso" che porta lavoro e soldi. Non se ne parla quasi mai, se non una volta all'anno in questo periodo, quando viene effettuata la raccolta e si tengono mostre e sagre, come ieri e oggi a San Gavino e Turri. Sicuramente di maggior richiamo la prima, giunta alla 24° edizione e allestita con dovizia da Comune, Pro loco e dalla società di promozione e comunicazione Blacklab, con l’apporto dell’agenzia regionale dell’agricoltura Laore.

La Sardegna è la prima regione in Italia per la produzione della prelibata (e costosa) spezia, zafferano, il Medio Campidano ne è la fabbrica principale e San Gavino Monreale è l'incontrastata capitale nazionale del Crocus sativus. Seguono, seppur con notevole distacco, Turri e Villanovafranca, sempre nel Medio Campidano. Qualcosina c'è anche in altri territori dell'isola, ma in quantità abbastanza ridotta e comunque più per consumo familiare che per la commercializzazione.

Per la leadership di San Gavino, supportata da Turri e Villanovafranca, parlano i numeri: Attualmente nelle campagne sangavinesi, dati non ufficiali, sono coltivati a zafferano oltre 20 ettari, con appezzamenti singoli estesi anche due-tremila metri quadrati. Sei gli ettari a Turri e poco più di uno a Villanovafranca. Per meglio rappresentare il dimensionamento della colture sarde basta fare un raffronto con la produzione nazionale, dove complessivamente gli ettari sono 32. Ciascun ettaro è in grado di produrre fra i 5 e gli 8 chilogrammi. La produzione annuale della sola San Gavino sfiora i 150 chilogrammi, che al riscontro nel portafoglio significano un ricavo di mezzo milione di euro per i produttori, quasi esclusivamente costituiti in azienda a conduzione familiare.

Sul mercato lo zafferano spunta prezzi da capogiro. Un grammo strappa circa 8-10 euro in Sardegna, mentre nella penisola si arriva anche ai 15 euro, con punte di 25 per le qualità migliori destinate alla ristorazione d'elite. Manco a dirlo, lo zafferano sardo spopola nelle cucine, con la concorrenza d'oltre Tirreno, che comunque spunta spesso gli stessi prezzi, a far da comprimaria. Insomma, la miniera mediocampidanese dell'oro rosso è largamente in attivo e non ha rivali sia in termini di quantità che di qualità, come certificato in anni passati dal ministero delle Politiche agricole. I produttori sardi hanno ottenuto nel 2008 dall'Unione Europea, dopo un iter di sette anni, la certificazione del marchio Dop, che però è stato successivamente ripudiato dalla totalità (escluso uno) degli stessi coltivatori del triangolo dell'oro rosso del Medio Campidano. La sua applicazione avrebbe comportato una serie di adempimenti e obblighi che in fin dei conti sarebbero stati una limitazione alla commercializzazione del prodotto locale.

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