La Nuova Sardegna

La Ue: benefici molto maggiori dei rischi

di Lorenzo Robustelli
La Ue: benefici molto maggiori dei rischi

Il Consiglio dei ministri europeo della sanità: «I decessi sospetti sono slegati dalla prevenzione»

02 dicembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





BRUXELLES. L’Unione europea non ha dubbi: i vaccini sono un pezzo decisivo, imprescindibile, delle politiche di tutela della salute dei cittadini europei. Questa è la strada da perseguire ed anzi, va intensificato l’impegno per la diffusione delle campagne di vaccinazione, spiegandone l’utilità ai cittadini.

Lo ha ribadito ieri il Consiglio dei ministri della Sanità dei Ventotto, richiamando decine di posizioni assunte negli anni passati. Il tema del giorno è l’influenza stagionale, e i ministri Ue, nonostante le paure nate e poi a quanto pare rientrate, per sieri non sicuri distribuiti in Italia, hanno ricordato una “Raccomandazione” del 2009 che «incoraggia gli Stati membri ad adottare e mettere in pratica piani d’azione nazionali, regionali e locali o comunque politiche tese a aumentare le vaccinazioni contro l’influenza stagionale con l’obiettivo di coprire almeno il 75% della popolazione a rischio entro il 2015». I governi dell’Unione, è stato spiegato ieri al termine del vertice hanno anche insistito sulla necessità di «scambiare esperienze tra Paesi sulle migliori pratiche per la vaccinazione dei bambini». Di fronte ai dubbi che serpeggiano tra i cittadini sui rischi delle vaccinazioni, il presidente dei ministri della Sanità, Beatrice Lorenzin, ha spiegato che con esiste alcuna «evidenza scientifica» sui rischi delle vaccinazioni per le malattie approvate a livello comunitario. «È importante – sostengono i responsabili europei della Sanità – che i cittadini capiscano il valore delle vaccinazioni e occasionali mancanze di informazioni sui benefici di alcuni vaccini e l’aumento dei rifiuti di queste prevenzioni in alcuni Stati membri potrebbe portare a rischi nella salute pubblica e a costose conseguenze». Non hanno dubbi dunque i ministri europei: questa è la strada da seguire e le prove scientifiche confortano questa scelta, e «i professionisti del settore sanitario – insistono – dovrebbero informare ed educare la popolazione sui benefici delle vaccinazioni».

Dunque, si sostiene a Bruxelles, «è necessario aumentare la fiducia pubblica in questi strumenti e bisogna continuare a perseguire i programmi nazionali di vaccinazione e a rafforzare la capacità di ogni Paese di continuare a sviluppare progetti efficienti, inclusa l’introduzione di nuovi vaccini, se ritenuto necessario».

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative