La Nuova Sardegna

Tagli in vista ad Abbanoa: colpiranno alcuni dirigenti

di Mauro Lissia
Il logo di Abbanoa in uno sportello del gestore dell'acqua
Il logo di Abbanoa in uno sportello del gestore dell'acqua

Gestore dell'acqua, spariscono dall’organigramma posizioni di vertice considerate inutili nel piano di ristrutturazione proposto da Deloitte

05 maggio 2015
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CAGLIARI. Si tagliano le teste per tagliare posizioni considerate inutili e riorganizzare l’azienda in funzione dell’efficienza: accade ad Abbanoa, dove due dirigenti stanno per perdere la poltrona e saranno collocati in una posizione diversa, fuori dalla linea di comando della società concessionaria del servizio idrico.

Nei prossimi mesi altre «posizioni apicali» verranno soppresse e con quelle salteranno i dirigenti che le occupano. Destinati a ruoli diversi, gli ex dirigenti conosceranno di qui a breve i prossimi incarichi ma non dovrebbero subire la decurtazione della busta-paga: perderanno la qualifica senza che il taglio abbia riflessi economici.

Non si tratta di decisioni punitive: a leggere la nota diffusa via mail dal direttore generale Sandro Murtas ai dipendenti - e trasmessa per conoscenza all’amministratore Alessandro Ramazzotti - la scelta, sicuramente drastica, è legata al piano di riorganizzazione interno suggerito dall’advisor Deloitte e controllato dalla galassia di autorità che seguono passo dopo passo l’evoluzione di Abbanoa per governarne il tentativo di uscita dalla palude finanziaria. Il classico piano di razionalizzazione, che in qualsiasi azienda contiene prospettive teoriche di rilancio agganciate a sacrifici sicuri.

Qui c’erano - a leggere la nota - posizioni «non più congeniali e coerenti con le necessità dell’organizzazione». In alcuni casi si parla di dirigenti ereditati dall’arcipelago di enti confluiti in Abbanoa, che operavano in settori cancellati nel tempo e che ora vengono immolati per arrivare alla «semplificazione della catena di comando» e al «raggiungimento del risultato senza sovrastrutture e costi di funzionamento». 

In altri termini: l’attuale direzione generale vedeva malissimo un’organizzazione «eccessivamente piramidale» e ancora peggio la «ridondanza dei livelli gerarchici dirigenziali». Quindi ha deciso di usare le forbici partendo dai piani alti dell’organigramma aziendale per puntare dichiaratamente alla «massima valorizzazione delle risorse disponibili» seguendo un progetto che esclude una parte della dirigenza, quella considerata inutile.

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Se sul piano organizzativo queste scelte sembrano in linea con l’obbligo di far funzionare meglio la farraginosa macchina Abbanoa e rimettere a posto i conti, il timore diffuso tra i dipendenti è che gli interventi servano soprattutto a rafforzare i vertici, agevolandone le decisioni. 

Il direttore generale conserva infatti, almeno per ora, una serie di funzioni ad interim e manca nell’organigramma aziendale il capo del personale, figura centrale e indispensabile in un’azienda che conta 1400 dipendenti. Una situazione che non piace ai sindacati interni. Solo incertezza poi su quanto potrà accadere in seguito alla “retrocessione” o alla diversa destinazione operativa dei dirigenti: il rischio è di aprire la strada a un contenzioso dagli esiti tutt’altro che prevedibili, con lo spettro del demansionamento che potrebbe manifestarsi malgrado le norme più permissive del jobs act abbiano ampliato le possibilità offerte dalla legge alle aziende che intendono ristrutturare gli organici.

Una cosa è certa: nata nel 2006, Abbanoa è andata avanti - con la stessa direzione generale - per quasi dieci anni operando secondo un rapporto costi-ricavi disastroso, che ha prodotto perdite gigantesche e il pericolo reale del dissesto col conseguente fallimento.

Uscita dalla fase acuta della crisi finanziaria soprattutto grazie a una serie di aiuti esterni pilotati dalla Regione - l’ultimo il prestito-anticipazione da 90 milioni dell’Autorità per l’energia e il gas (Aeegsi) - ora Abbanoa è costretta dalla circostanze a trovare un equilibrio organizzativo e finanziario anche con interventi draconiani come quello in corso. Ce la farà? Di qui a qualche mese le prospettive dovrebbero essere più chiare.

Resta il punto interrogativo legato all’inchiesta giudiziaria condotta dal pm Giangiacomo Pilia, da tempo vicinissima alla conclusione. L’esito del procedimento potrebbe influire sul futuro prossimo di Abbanoa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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