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l'emergenza

In senato la Vertenza Sardegna

L'aula del Senato
L'aula del Senato

Approvate quattro mozioni che mettono al centro le priorità dell'isola. La Sardegna diventa un caso nazionale. Al centro del dibattito i ritardi sulle infrastrutture e il costo dell'enegia

06 maggio 2015
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ROMA. L'emergenza Sardegna è all'attenzione del Governo. In Senato vengono discusse quattro mozioni presentate dai parlamentari sardi. Per tutti la Sardegna deve diventare una questione nazionale e un'emergenza del Paese. La regione è sempre più povera, con una disoccupazione giovanile allarmante e una recessione che allontana di molto la ripresa.

L'assemblea ha chiesto al Governo un impegno reale per trovare soluzioni ai problemi territoriali senza aspettare altro tempo. Istituire un comitato di coordinamento tra Governo nazionale e governo regionale. Sono tanti i fattori endemici e quelli socio economici che rappresentano punti di criticità preoccupanti per la Sardegna e che questa mattina sono stati sollevati in Aula al Senato: le aree sottoposte a siti militare; i problemi ambientali e di inquinamento; le scorie nucleari; il regime carcerario; le calamità del 2013; la mobilità interna e quella verso il continente; il rilancio delle attività produttive e gli aggiornamenti sullo stato delle vertenza Meridiana.

Tutti d'accordo nel chiedere la chiusura delle vicende per ial mancato svolgimento del G8 alla Maddalena. Un capitolo a parte è quello dell'energia. "Non solo si tratta dell'unica regione senza metano, ha precisato Giuseppe Cucca (Pd), ma il costo dell'energia è il 15% in più rispetto al resto del paese". "La condizione di insularità, - ha detto Cucca - crea una condizione disagiata per la ridotta connessione con il resto del Paese e, ormai, dell'intero continente europe"». La Sardegna non è soltanto «il territorio in cui noi sardi viviamo, ma un patrimonio storico, naturale e culturale per l'intero Paese" ha affermato l'azzurro Emilio Floris. In termini di numeri rispetto al 2013, come ha sottolineato Luciano Uras (Sel), "la diminuzione del Pil è pari al 4,4 per cento, con una perdita complessiva negli anni di crisi, dal 2007 in poi, di oltre 13 punti di prodotto interno lordo. Con un tasso di disoccupazione del 20% mentre i giovani in cerca di lavoro superano il 54%".

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