La Nuova Sardegna

Violenze sessuali su minori prete finisce in manette

di Luciano Onnis
Violenze sessuali su minori prete finisce in manette

Villamar, don Pascal Manca è accusato di avere abusato di alcuni giovanissimi

07 maggio 2015
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VILLAMAR. Quindici giorni fa l’avviso di garanzia, ieri pomeriggio l’ordine di custodia cautelare in carcere con la pesante accusa di reiterata violenza sessuale su minori. Proprio la possibilità che il reato potesse essere commesso ancora ha indotto il gip del tribunale di Cagliari, su richiesta del sostituto procuratore Liliana Ledda, che ha diretto le indagini, a far scattare il provvedimento restrittivo nei confronti di don Pascal Manca, 43 anni, di Nuraminis, parroco di Villamar dal 2012 e ancora prima a Mandas. È proprio nel paese della Trexenta che don Manca avrebbe cominciato ad abusare di ragazzini di 14 anni, per poi continuare a Villamar dopo il trasferimento di parrocchia, poco più di due anni fa.

L’arresto. I carabinieri si sono presentati ieri pomeriggio nell’abitazione di Nuraminis del padre del prete, dove l’indagato si era rifugiato dopo che l’arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, gli aveva revocato l’incarico di pastore di anime a Villamar, imponendogli di lasciare la parrocchia e il paese. I militari gli hanno notificato l’ordine di custodia cautelare in carcere basato su tre capi d’accusa per violenza sessuale su minori. Un breve passaggio nella caserma della Compagnia di Sanluri e il trasferimento nel carcere di Uta, dove il sacerdote è stato rinchiuso in una cella da solo.

Le accuse. Il bubbone dei presunti abusi sessuali di don Pascal Manca nei confronti di minori era scoppiato quindici giorni fa, ma già da mesi la magistratura si interessava al prete a seguito di esposti arrivati in Procura. Tutti gli episodi segnalati riguardavano l’esercizio pastorale del sacerdote a Mandas come parroco del paese della Trexenta, durato otto anni. In questo lasso di tempo avrebbe riservato le sue attenzioni sessuali su ragazzini (mai femmine), senza però mai arrivare a rapporti completi. Gli inquirenti hanno così allargato il campo delle indagini e le presunte responsabilità si sono arricchite di particolari rilevanti e considerate compromettenti per il prete.

Le testimonianze. Diverse “vittime” hanno raccontato per filo e per segno cosa succedeva in parrocchia. A supporto delle testimonianze, i carabinieri avrebbero anche trovato elementi di conferma nel materiale sequestrato in casa del prete e in parrocchia, in particolare due computer. I ragazzini che subivano le attenzioni di don Pascal venivano invitati a incontri amichevoli nella casa parrocchiale e intontiti con bevande in cui erano presenti sostanze stupefacenti. A questo punto il prete – sempre secondo quanto emerso nelle indagini – approfittato sessualmente dei suoi giovanissimi ospiti allungando le mani sulle loro parti intime. Ad alcuni di loro – questo sarebbe accaduto soltanto a Villamar –, avrebbe inviato video pornografici sui cellulari, invitandoli a visionare assieme le immagini. I fatti sarebbero stati confermati nelle numerose testimonianze.

L’ordinanza. Il sacerdote risulta «incapace di controllare i propri impulsi». È quanto emerge nell'ordinanza del gip. Secondo il giudice ci sarebbe, quindi, il pericolo di reiterazione del reato proprio a causa delle condotte ripetute messe in atto dal parroco. Non solo: dall'ordinanza si evince che era reale anche il pericolo di fuga. Dopo una perquisizione dei carabinieri il 20 marzo scorso, nel corso della quale sono stati sequestrati telefonini e tablet su cui sono ancora in corso accertamenti, don Pascal avrebbe acquistato un biglietto aereo per un volo diretto a Barcellona per il 30 aprile. Biglietto che però non ha utilizzato.

Le reazioni. La notizia dell’arresto è stata accolta con stupore a Mandas e Villamar. Sconvolto il sindaco di Mandas Umberto Oppus: «È stato un fulmine a ciel sereno». Una storia terribile, sulla quale le due comunità sperano che venga fatta al più presto chiarezza.

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