La Nuova Sardegna

omicidio monni

Delitto di Orune, parla la mamma del minorenne: «Lui era con me»

di Luciano Piras
Delitto di Orune, parla la mamma del minorenne: «Lui era con me»

La madre del ragazzino di Nule sospettato: «La sera prima era al bar, non so se ha incontrato Stefano Masala». La rivelazione in tivù durante la trasmissione Quarto grado

16 maggio 2015
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INVIATO A ORUNE. «Mio figlio era con me, la notte prima del delitto e anche quella mattina. Abbiamo anche bevuto il caffè assieme». È rimasto colpito dalla gentilezza e dalla cortesia della mamma del ragazzo di Nule che ha litigato quella maledetta notte della pistola. «Mi ha fatto accomodare in casa, sottolineando più volte che il figlio era con lei sia la sera precedente l’omicidio sia la mattina del delitto di Gianluca». Così l’inviato di Quarto Grado, Pierangelo Maurizio, raccontava la sua giornata di lavoro di cronista sul campo prima di andare in diretta televisiva da Orune, ieri sera, mentre un freddo cane si faceva sentire con i suoi 6 gradi e un vento pungente soffiava lungo il corso Repubblica deserto. A due passi due dal luogo del delitto, a pochi metri dal gradino sul quale era seduto Gianluca Monni prima che tre fucilate gli strappassero la gioventù, la mattina di venerdì 8 maggio. Una settimana fa.

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«Pensavo che non volesse parlare, la mamma del minorenne – va avanti il giornalista di Mediaset, con un passato a Repubblica –, invece... ». Invece la donna ha raccontato con inaudita serenità e con dovizia di particolari le ore passate insieme al figlio. Un ragazzo di 17 anni sentito dai carabinieri come persona informata dei fatti relativi alla scomparsa del compaesano Stefano Masala. «Lei ha anche detto – ha aggiunto il giornalista nella diretta televisiva – che Stefano lo conosceva, ma non sapeva se quella sera i due si fossero incontrati. Ha però aggiunto che dopo aver cenato con lei, il ragazzo era uscito per pochi minuti per raggiungere i suoi amici al solito bar ritrovo in paese e poi era rientrato a casa». Fin qua la mamma. Poi, il racconto dettagliato del delitto di Gianluca, con tutti i particolari, qualcuno anche rimasto finora in secondo piano.

Nel frattempo a Orune non si sentiva volare una mosca. Soltanto il motore di diverse auto delle forze dell’ordine, carabinieri e polizia che sono transitate più volte lungo tutto il Corso, e le auto di alcuni giovani del paese che hanno fatto la spola nella via centrale. Quattro ragazze di passaggio a piedi sono state l’unica eccezione nel silenzio della gelida notte. Intanto nello studio di Rete 4, dopo aver visto i servizi filmati di questi giorni, si è scatenata la polemica sull’omertà.

Un’accusa fin troppo facile da scaricare addosso a un paese travolto suo malgrado dalla cronaca e da un dolore insopportabile. Accusa subito rigettata dal giornalista della Nuova Sardegna Pier Luigi Piredda, ospite della trasmissione da Orune, al fianco di Pierangelo Maurizio. Che nella sua ricostruzione ha anche sottolineato un particolare che è ancora all’esame dei carabinieri che stanno portando avanti le indagini da ormai una settimana: la presenza dell’auto del ragazzo di Nule utilizzata per il delitto (trovata bruciata a Pattada) girare per le vie di Orune la notte precedente l’agguato.

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Così come sarebbe emerso che quasi tutti i pallettoni hanno colpito Gianluca Monni: soltanto 5 non hanno raggiunto il 19enne e sono finiti sulla porta e sulla soglia della casa dove lo studente stava aspettando il pullman per Nuoro. A conferma che le fucilate sono state sparate quasi a bruciapelo.

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