La Nuova Sardegna

Giallo di Orune, appello della famiglia a Stefano Masala: "Torna a casa"

di Gianni Bazzoni
Dal 7 maggio non ci sono più notizie di Stefano Masala
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I genitori del 28enne di Nule scomparso dal giorno dell'omicidio di Gianluca Monni sono convinti che il giovane sia vivo e si nasconda

17 maggio 2015
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NULE. «Stefano torna a casa. Non sappiamo che cosa è successo, se hai paura di qualcosa siamo con te». I genitori e i fratelli si rivolgono al giovane di 28 anni scomparso dal giorno dell'omicidio di Gianluca Monni, lo studente di 19 anni assassinato a Orune intorno alle 7 del mattino mentre  aspettava l'autobus per andare a scuola a Nuoro.

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Ieri mattina il papà Marco, la mamma Carmela, le sorelle Valentina e Alessandra, il fratello Giuseppe, si sono rivolti direttamente al «piccolo» di casa. Ecco il testo. «Caro Stefano, devi sapere che non sei solo, la tua famiglia come sempre ti è vicina e ti vuole bene. Non sappiamo che cosa è successo, se hai paura di qualcosa noi siamo con te, siamo pronti ad aiutarti in qualunque momento e a qualunque ora. Se sei in difficoltà e puoi mandare un messaggio o un segnale, fallo immediatamente e noi siamo pronti a raggiungerti. Noi siamo preoccupati per te, tu non preoccuparti di niente: a noi interessa solo che tu torni a casa al più presto».

Intanto vanno avanti le indagini dei carabinieri. Che devono cercare gli assassini di Gianluca Monni e capire cosa c’è dietro la scomparsa di Stefano Masala, la cui auto compare nelle testimonianze di chi ha fornito indicazione agli investigatori sul fatto di sangue e poi è stata trovata bruciata (il giorno dopo il delitto) a Pattada.

In principio sembrava che l’attività investigativa avesse imboccato la strada giusta: un mucchio di indizi, storie precedenti, personaggi ben identificati, una soluzione tutto sommato vicina. Invece, con il passare delle ore, la situazione si è complicata.

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