La Nuova Sardegna

La compagnia GoInSardinia è ufficialmente fallita

Giampiero Cocco
La nave El Venizelos di GoInSardinia all'Isola Bianca
La nave El Venizelos di GoInSardinia all'Isola Bianca

Il tribunale di Tempio ha sancito la fine della società low cost travolta dai debiti. Nell'estate 2014 lasciò a terra 12mila passeggeri

09 giugno 2015
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TEMPIO. GoInSardinia, la società di trasporti marittimi costituita a Santa Teresa da albergatori e impenditori turistici isolani e amministrata nei due anni di vita dall’imprenditore Gian Paolo Scano è stata dichiarata fallita, ieri, dai giudici del tribunale di Tempio. L’impresa di navigazione che nell’agosto dello scorso anno lasciò a terra, in pieno rientro dalle vacanze, oltre dodicimila passeggeri, era nata come la orgogliosa rispostalow cost degli imprenditori turistici isolani a quello che viene considerato il “cartello armatoriale napoletano” che impone i prezzi nei trasporti marittimi.

Le difficoltà di gestione della prima stagione superate con forza di volontà, e l’utilizzo di un solo traghetto per l’avvio della seconda, quella dell’estate 2014, hanno fatto affondare sotto il peso dei debiti la piccola compagnia di trasporti isolana. «Non ci si può improvvisare armatori dall’oggi al domani» tuono l’assessore regionale ai trasporti Massimo Deiana all’indomani del flop (annunciato) della GoInSardinia, quando sui moli di Olbia migliaia di turisti dovettero pagarsi il biglietto di ritorno non essendoci più in porto la El Venizelos, il traghetto della Anek Lines greca che venne ritirato dall’armatore per il mancato pagamento dei noli.

L'arbitrato londibese. Su questo punto, contestatissimo da Gian Paolo Scano, si sarebbe aperto a Londra un arbitrato per il mancato noleggio, con una richiesta di un milione e 200 mila euro di risarcimento danni da parte di GoInSardinia. Su tempi e decisioni dell’arbitrato nulla è dato sapere, tanto che i giudici non hanno accolto le istanze di differimento del fallimento (chiesto e ottenuto, per un debito di 220 mila euro, dalla Sinergest, la società che gestisce lo scalo marittimo di Olbia) dichiarando la cessazione legale della società. «Una situazione, questa – ha spiegato ieri il legale di GoInSardinia, l’avvocato Tommaso Masu – che purtroppo non tutela le maestranze, 28 persone che attendono ancora di essere liquidate per il lavoro svolto nella stagione turistica 2014, un impiego stagionale mai retribuito. Abbiamo agito per tutelare i loro diritti, e continueremo a farlo anche in seguito».

Conti in rosso. La realtà è che nelle casse di GoInSardinia non c’è un euro sin dalla scorsa estate, quando Gian Paolo Scano annunciò, a mezzo lettera raccomandata alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla Regione, alla prefettura e ai sindaci di Olbia e della Gallura, che la società da lui amministrata non aveva più risorse finanziarie neppure per pagare il bunkeraggio, cioè il pieno di carburante del traghetto. Da quel momento (era il 28 agosto) tutto precipitò, e fu grazie alla professionalità dell’ammiraglio Nunzio Martello – del compartimento marittimo del Nord Sardegna nonchè commissario della Port Autority di Olbia – che non ci furono tafferugli e bivacchi sui porti. Il giudice civile Elisabetta Carta, di recente, aveva autorizzato il sequestro preventivo per 500 mila euro ad un migliaio di passeggeri che si erano costituiti contro la ex società di navigazione.

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