La Nuova Sardegna

I rifugiati nell’ex scuola di polizia

I rifugiati nell’ex scuola di polizia

A Monastir il nuovo Cara regionale? Pili: «Campo di isolamento nell’isola»

14 giugno 2015
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SASSARI. C’è un’emergenza nell’emergenza. Il Cara di Elmas, il centro governativo per l’accoglienza, chiuderà entro pochi mesi. Le sue condizioni strutturali sono pessime, impensabile tenere la struttura aperta ancora a lungo. Si tratta del centro principale, quello che da sempre ospita i migranti che approdano sulle coste dell’isola. Gli sbarchi continui, l’ondata massiccia di profughi che investirà la Sardegna rende necessario individuare un’alternativa quanto prima. Una possibilità potrebbe essere rappresentata dall’ex scuola penitenziaria di Monastir, dove non si fa più attività formativa per agenti di polizia. Esiste un documento, diffuso dal deputato di Unidos Mauro Pili, nel quale il Ministero della Giustizia cita proprio l’ex scuola come possibile nuova sede del Cara, insieme al carcere minorile di Quartucciu: non è chiaro se si intenda l’intera struttura o solo una porzione. La possibilità Monastir esiste anche perché l’ex scuola non appartiene più al Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ma al demanio nazionale. E avendo ospitato per molto tempo una scuola, presenta una serie di caratteristiche che la renderebbero idonea per accogliere i profughi. Non c’è alcun tipo di conferma, invece, sulla possibilità, paventata da Pili, che una quota di profughi trovi accoglienza nelle ex carceri di Macomer e Iglesias e, soluzione estrema, di Sassari (San Sebastiano) e Cagliari (Buoncammino). Il deputato parla di un “piano Renzi-Alfano” che prevederebbe l’arrivo nell’isola di 2mila profughi e la creazione di un vero e proprio “campo di isolamento” per i profughi. I numeri sono in evoluzione, c’è da dire però che la strategia dell’accoglienza sinora si è mossa in una direzione completamente diversa. (si. sa.)

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