La Nuova Sardegna

Pigliaru: «L’isola c’è ma servono regole»

di Silvia Sanna
Pigliaru: «L’isola c’è ma servono regole»

Il governatore ad Alfano: sì alla distribuzione nei territori per favorire l’integrazione e premialità per i Comuni

18 giugno 2015
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SASSARI. Basta con le imposizioni, con gli annunci dell’ultimo minuto che rischiano di mettere in crisi i sindaci e seminare il panico tra la popolazione: nella distribuzioni dei migranti, nella scelta dei luoghi in cui ospitarli, i territori devono essere ascoltati. È questo uno dei punti sottolineati dal presidente della Regione Francesco Pigliaru durante l’incontro al Viminale con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, convocato per fare il punto sull’emergenza immigrazione. La Sardegna ha ribadito la volontà di fare la sua parte, confermando gli accordi del luglio scorso: l’isola continuerà a dare il suo contributo, diventato particolarmente importante nelle ultime settimane. Quando gli sbarchi massicci hanno fatto lievitare la popolazione di migranti sino a 2200 unità.

La distribuzione. Sinora la strada seguita è stata questa: grandi strutture d’accoglienza, in testa i Cara – i centri governativi – in cui alloggiare i migranti salvati dal mare in tempesta, la maggior parte dei quali pronti a chiedere asilo politico. Ieri a Roma i governatori hanno sottolineato la necessità che la distribuzione sia più capillare: «L’impatto dei migranti deve essere diffuso nei territori per non creare difficoltà nella popolazione residente – spiega Francesco Pigliaru – , la quota dei migranti deve essere proporzionata, per questo regioni e sindaci devono poter dialogare con lo Stato, devono diventare protagonisti». Una distribuzione più organica, aggiunge Pigliaru, garantisce anche maggiore inclusività, un processo di integrazione reale. «Per questo sono stati richiesti a gran voce nuovi bandi Sprar», aggiunge Pigliaru. Cioè il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che prevede anche il coinvolgimento degli operatori del terzo settore e la partecipazione volontaria degli enti locali ai progetti di accoglienza.

Premialità. I Comuni che vogliono partecipare al meccanismo di distribuzione devono essere premiati: ecco la seconda richiesta formulata ad Alfano e accolta positivamente dal ministro dell’Interno. «Premialità – dice Pigliaru – può voler dire per esempio liberare in parte dal patto di Stabilità le spese delle amministrazioni. Questo sarebbe un segnale chiaro e importante verso chi si impegna».

L’accoglienza. All’incontro si è parlato anche degli hub, cioè «di un sistema di accoglienza più ordinato di quello attuale, in cui eseguire le prime procedure di identificazione, i controlli sanitari dei migranti e la gestione delle richieste d’asilo». Nell’isola il 30 maggio scorso, al porto Canale di Cagliari venne allestita in 12 ore una maxi struttura in vista dello sbarco degli 880 migranti: «Abbiamo chiesto che gli hub siano allestiti a spese dello Stato all’interno di aree ed edifici che saranno individuati con un ragionamento condiviso».

I tempi. Un migrante che chiede asilo politico mediamente ottiene risposta dopo un anno. Solo a marzo, in previsione dell’ondata di nuovi arrivi, in Sardegna è stata istituita una seconda commissione chiamata a esaminare le richieste. Ma i tempi sono ancora troppo lunghi, nell’isola come nel resto d’Italia: «È una situazione assurda che crea incertezza in tutti, nei residenti e nei migranti. I tempi devono essere accorciati, serve un impegno maggiore da parte dello Stato: è necessario certificare nel minore tempo possibile chi è un migrante che ha uno status di rifugiato e chi invece è considerato illegale. Questa – secondo Pigliaru – è la base per mettere in ordine la situazione. Un ordine di cui abbiamo urgentemente bisogno».

La regia. All’incontro di ieri, che serviva per richiamare le Regioni a fare il proprio dovere, ne seguiranno altri. Serve una regia, sottolinea il governatore Pigliaru, «da parte del presidente del Consiglio. Anche perché ragionando di premialità per i Comuni e dunque di patto di stabilità con il ministero dell’Interno, si rischia di fare i conti senza l’oste perché il giocatore fondamentale è il ministero dell’Economia». Ancora: «Per gli hub bisognerà utilizzare caserme adeguatamente predisposte e queste caserme sono nelle mani del ministero della Difesa – spiega Pigliaru –. Parlare a un tavolo mentre gli altri tavoli non sono presenti crea incertezza: per questo è necessario che Palazzo Chigi faccia da regia mettendo insieme i vari pezzi della discussione».

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