La Nuova Sardegna

il personaggio

L’arte di Angelo Maggi provocante serenità

di Federico Spano
Il pittore Angelo Maggi davanti a un suo dipinto
Il pittore Angelo Maggi davanti a un suo dipinto

Intervista col pittore sassarese che espone in tutto il mondo: «Mia figlia mi chiese un dipinto, feci il suo ritratto, che venne così bene che lo riprodussi in scala più grande: così sono nati i miei volti»

22 giugno 2015
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SASSARI. Silenzio, quiete, serenità. Tre termini che ben descrivono le sensazioni che si provano davanti alle sue opere. I suoi volti dagli sguardi malinconici, le lune, le conchiglie, i coralli, i frutti e le spighe, sono ormai così conosciuti a Sassari, sua città natale, che praticamente chiunque è in grado di individuare le sue opere tra mille. E lui, che ha superato da anni i confini sardi e nazionali, esponendo negli Stati Uniti, in Francia, in Germania, in Belgio e in Spagna, non ha perso lo spirito che da sempre contraddistingue il suo modo di fare arte: la ricerca del bello, dell’equilibrio delle forme e dei colori, la capacità di trasportare su tela o su tavola il suo mondo interiore.

Angelo Maggi, nato a Sassari nel 1953, ha seguito un percorso di studi simile a quello di tanti altri artisti della sua generazione. Per molti, infatti, l’istituto d’arte Figari è stato un punto di partenza fondamentale. Sotto la guida di Stanis Dessy, Gavino Tilocca, Zaza Calzia e Aldo Contini, Maggi ha imparato, oltre alla pittura, a realizzare cartelloni pubblicitari e scenografie, scoprendo e facendo sue le varie tecniche dell’arte applicata, dalla ceramica alla decorazione dei mobili, passando per i gioielli. Ma soltanto dopo un periodo in cui ha cercato la strada della pittura informale, con una prima mostra all’età di 21 anni, insieme all'amico pittore Franco Spina, con il quale ha condiviso varie mostre, Maggi è approdato finalmente alla sua dimensione. I personaggi onirici, fiabeschi, hanno preso il posto delle figure astratte.

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Maggi, a differenza di molti artisti che, nonostante il talento e l’originalità, non riescono a emergere e ad affermarsi sul mercato, ha avuto la grande fortuna di poter mettere in mostra i suoi lavori all’interno di un negozio, la sua prima attività aperta in via Carmelo con la moglie. Accanto agli oggetti d’arredo, esponeva i suoi quadri in modo così discreto, che spesso i clienti non avevano idea che l’autore fosse proprio lui. «Un accostamento tra arte e arredo che ho sempre cercato – spiega l’artista –, perché per me è importante che le opere ben si adattino all’ambiente in cui vengono esposte. I miei quadri possono avere anche una funzione decorativa, ma ciò che conta per me è che trasmettano emozioni». Dall’inizio degli Anni 80 a tutti gli Anni 90, un passo dopo l’altro, quasi in punta di piedi, Maggi è entrato nelle case dei sassaresi, vendendo una grande quantità di opere. Poi, con l’apertura del negozio a un passo da via Roma e piazza d’Italia, la visibilità e il successo sono aumentati considerevolmente.

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Una svolta importante nell’attività artistica di Angelo Maggi, che ha anche il titolo di professore, in quanto vincitore di concorso per l’insegnamento (anche se non ha mai praticato, scegliendo una strada che oggi può definire più fortunata e vincente) è stata quella della creazione dei primo dei suoi volti. «Mia figlia mi chiese un piccolo dipinto da regalare alle maestre - spiega Maggi –, così decisi di farle un piccolo ritratto. Il ritratto riuscì così bene ed era così grazioso, che decisi di provare a dipingerlo in un formato più grande. Ecco, così sono nati i miei volti». Oggi, i visi sognanti di Maggi sono una sorta di marchio di fabbrica della sua attività, un brand: esistono agende, segnalibri, etichette di vini, locandine per congressi, tutti contraddistinti dai suoi volti sereni.

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Un momento determinante nella carriera del pittore è stato l’invito a esporre a San Francisco, nel 2001. Un contatto importante con una galleria d’arte, partito bene ma frenato dal crollo delle torri gemelle e dalla seguente crisi economica. I contatti presi in California però hanno consentito ad Angelo Maggi di trovare altre strade: da anni, ormai, collabora con una galleria di Salt Lake City, nello Utah, dove ormai si reca per quindici giorni all’anno per dipingere le opere che poi vengono esposte. «In America ho iniziato a realizzare opere di enormi dimensioni – racconta l’artista –. Non mi mancava certo la tecnica, acquisita all’istituto d’arte. Opere che ben si sono prestate, successivamente, per eventi che hanno avuto un grande effetto promozionale per la mia opera, come Mastru in Santu Padru, nel 2006 a Nuoro, e due notti bianche a Sassari, in piazza Duomo e in piazza Castello, nel 2007 e nel 2009».

Attualmente, Angelo Maggi è impegnato in diverse mostre e fiere dell’arte contemporanea che si svolgono in Francia, dove la sua opera è estremamente apprezzata. «Con i miei dipinti non voglio dare un messaggio particolare. Non voglio fare qualcosa di provocatorio. La mia provocazione, rispetto alla pittura corrente, è in senso contrario. Io provoco con i miei personaggi così silenziosi, così quieti, così sereni».

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