La Nuova Sardegna

Tassa di soggiorno: i sindaci del balzello difendono l’imposta

Tassa di soggiorno: i sindaci del balzello difendono l’imposta

Olbia, Alghero e Budoni non vogliono rinunciare al gettito: indispensabile per consentirci di offrire servizi ai turisti

10 luglio 2015
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SASSARI. Accusati dall’assessore regionale al Turismo di essere fabbricatori di balzelli, additati come massacratori delle tasche dei vacanzieri, sindaci e assessori al Bilancio si ribellano. Sono gli amministratori che hanno fabbricato la tassa di soggiorno. Per la Regione una sorta di doping dei conti fatta attraverso un’imposta che danneggia l’immagine turistica dell’isola. Ma loro non ci stanno e passano al contrattacco. Bocciano la proposta dell’assessore Francesco Morandi e difendono la loro scelta.

La difesa. «Tutto sbagliato – dice l’assessore al Bilancio del comune di Olbia Ninni Chessa, che dal primo gennaio farà entrare in vigore l’imposta –. Nessuno vuole mettere tasse ai cittadini. Proprio per questo abbiamo scelto una soluzione simile. Forse Morandi non sa che una addizionale comunale sul transito dei turisti esiste già. Nel 2014 era di 6 euro e mezzo a passeggero. Nelle casse della Regione sono entrati 15 milioni di euro. In un fondo simile a quello che Morandi vuole proporre ora. Al Comune di Olbia sono arrivati 40mila euro. Solo gli agenti della polizia locale per le spiagge in estate costano 600mila euro. Nessuno vuole fare cassa, ma solo coprire il costo dei servizi. Faccio esempi concreti. Nelle nostre spiagge e in città non ci sono servizi igienici pubblici. E non la vogliamo applicare solo agli hotel, ma anche a campeggi e marina resort. Tutte le risorse saranno utilizzate per il sostegno all’infrastruttura turistica».

Il nì di Alghero. E se a Olbia la tassa di soggiorno entrerà in vigore a gennaio del 2016, ad Alghero è già attiva dall’inizio di quest’anno. Il sindaco Mario Bruno non contesta la posizione di Morandi, ma chiarisce alcuni aspetti. E a sorpresa rivela che la tassa è servita per far emergere una parte del mercato nero. «Siamo d’accordo con la proposta dell’assessore Morandi. Ma la Regione deve decidere in fretta. Lo avevamo già evidenziato e richiesto un anno fa insieme alle associazioni di categoria – spiega Bruno –. Dall’esperienza fatta ad Alghero smentisco che la tassa di soggiorno generi sommerso. Al contrario, nei primi tre mesi dell’anno abbiamo raddoppiato le presenze o almeno quest’anno è emerso il doppio dei pernottamenti rispetto allo scorso anno. Abbiamo dato vita al sistema integrato dell’ospitalità che premia chi è in regola e sottoscritto un protocollo con la guardia di finanza. È una tassa di scopo, quando entreranno nelle nostre casse, a settembre, i proventi importanti li useremo interamente per il decoro urbano, visto che la Regione ha deciso di non finanziare più cantieri per il verde e lo Stato ci ha tagliato quasi due milioni ulteriori».

La linea dura di Budoni. «L’imposta di soggiorno è l’unica possibilità per garantire i servizi al turista – sostiene Giuseppe Porcheddu, sindaco di Budoni, primo comune in Gallura ad adottare la tassa –. Non accetto l’idea che si parli di balzello per tappare altri buchi. Noi usiamo le risorse per la finalità per cui abbiamo creato l’imposta. Non possiamo fare altro. Siamo ancora in attesa del saldo del Fondo unico 2013, siamo legati dal patto di stabilità, dobbiamo versare mezzo milione di euro allo Stato». A un anno dalla sua introduzione Porcheddu fa un bilancio positivo della tassa di soggiorno. Il Consiglio comunale ha già votato un incremento per il 2016. La bassa stagione passerà da 50 centesimi a un euro a notte, l’alta da un euro a 1,50. L’imposta non sarà applicata solo agli hotel ma anche alle seconde case. «I turisti non si sono mai lamentati perché contenti dei servizi che ricevono. Servizi a costo zero, ribadisco». (l.roj)

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