La Nuova Sardegna

persone scomparse

Il figlio di Irene Cristinzio: «Non smettete di cercare mia madre»

di Nino Muggianu
Il figlio di Irene Cristinzio: «Non smettete di cercare mia madre»

Appello davanti alle telecamere di Salvatore Nanni due anni dopo la misteriosa scomparsa dell’insegnante

12 luglio 2015
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OROSEI. Due anni di silenzio. Due anni lunghissimi senza un indizio, una testimonianza che possano riaccendere la speranza o far trovare una dolorosa rassegnazione. Irene Cristinzio, l’ex insegnante di 66 anni, sembra essere stata inghiottita in un gorgo scuro. Svanita nel nulla. Alle 6,30 del mattino dell’11 luglio del 2013 Irene era uscita dalla sua casa in via Nurache 33 per la sua passeggiata quotidiana. Da allora nessuno l’ha più vista. Qualche testimone, nei giorni successivi, disse di averla notata per le strade di Orosei. Ma niente è stato utile per sapere cosa sia accaduto. Neppure l’analisi dei due telefonini cellulari e l’utilizzo dei cani molecolari nelle ricerche sono serviti a nulla.

Ora, dopo due anni di silenzio, il figlio dell’insegnante, Salvatore Nanni, rompe il silenzio e lancia un appello perché le ricerche della madre vadano avanti.

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«Sono due anni che cerchiamo nostra mamma - dice Salvatore Nanni - e combattiamo per trovare una risposta. Ad oggi è come se fosse ancora il primo giorno, siamo fermi in un buio assoluto. Oggi sono qui per chiedere che le ricerche continuino, sono qui perché non si abbandoni nessuna pista e perché, impiegando tutte le tecnologie più recenti e moderne, come i droni, siano setacciati i luoghi più impervi e i pozzi finora non controllati».

Con queste parole, a “Segreti e delitti” su Canale 5, Salvatore Nanni cerca di rimanere aggrappato a una speranza impossibile, ma soprattutto vuole conoscere la verità, vuole sapere che fine ha fatto la madre. E dice ancora: «C’è un’ipotesi che noi in famiglia condividiamo. E cioè che ci possa essere stato uno scambio di persona: un sequestro di persona sbagliato. Riteniamo che l’abbiano uccisa. Noi siamo pronti a qualsiasi verità, anche se dolorosa».

Chi non si è mai fermato in questi due anni sono i carabinieri della Compagnia di Siniscola che continuano il loro difficile lavoro per riuscire a districare una vicenda di difficile comprensione.

«Al momento - dice il capitano Andrea Senes - non ci sono novità, ma le indagini vanno avanti. Non si scarta alcuna ipotesi, ma è convinzione generale che si sia trattato di un rapimento con scambio di persona».

Quindi gli investigatori in qualche modo condividono il doloroso sospetto dei familiari di Irene Cristinzio. Ma se così fosse, c’è comunque da chiedersi perché i banditi avrebbero ucciso la donna, una volta che si erano accorti di avere sbagliato bersaglio. E poi: perché far sparire il corpo? Interrogativi ai quali gli inquirenti cercano ancora una risposta.

Ora la speranza è che, dopo l’appello del figlio dell’ex insegnante la macchina delle ricerche si rimetta in moto. O che qualcuno che sa possa fornire indicazioni per far ritrovare il corpo della povera Irene.

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