La Nuova Sardegna

La ricercatrice: può dare effetti pericolosi

La ricercatrice: può dare effetti pericolosi

Liana Fattore d’accordo solo sull’uso terapeutico: il principio attivo è 10 volte più forte di 20 anni fa

17 luglio 2015
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SASSARI. «Eliminare i divieti è pericoloso, soprattutto per gli adolescenti». Ricercatrice del Cnr, Liana Fattore si dice d’accordo solo sull’uso terapeutico della cannabis. «Anche perché – spiega – oggi la roba in circolazione contiene un principio attivo 10 volte più forte di 20 anni fa».

Non è la sola nel mondo scientifico a pensarla così. Sebbene altri studiosi nell’isola siano più possibilisti per quel che riguarda l’utilizzo della marijuana in età adulta.

Pochi mesi fa, Fattore ha elaborato a scopo divulgativo un saggio di 160 pagine che dà risposte su droghe nuove e vecchie. Il testo è stato così pubblicato di recente da Cargeghe Editoriale Documenta. S'intitola "Io e la tossicodipendenza". Fa parte della collana "Dottore amico" curata dalle biologhe Donatella Bacciu e Franca Campesi. Primo ricercatore all'istituto di neuroscienze di Cagliari del Cnr, Fattore opera nella sezione di farmacologia clinica del dipartimento di scienze biomediche dell'università di Cagliari. Dove in prevalenza conduce indagini mirate sullo studio dei meccanismi cerebrali derivanti da gratificazioni e dipendenze. Laureata in Scienze biologiche nel 1994 e in Scienze naturali nel 1997, ha lavorato all'università di Cambridge. Attualmente è coordinatrice per la Sardegna delle Olimpiadi delle neuroscienze, oltre che componente del direttivo della Mediterranean Society of Neuroscience dal 1012 e di quella italiana dall'anno successivo.

«Da anni collaboro con le scuole sarde per spiegare agli studenti gli effetti delle droghe sull'organismo umano, i danni al cervello e tutte le loro conseguenze sul comportamento e sulle attività intraprese nella vita di tutti i giorni – ricorda adesso – È scientificamente provato che la cannabis provoca effetti sul sistema nervoso centrale causando deficit di memoria e difficoltà nelle relazioni sociali». Fattore si sente quindi di smentire quella che definisce una falsa convinzione. «E cioè che sia una droga leggera, assumibile senza gravi ricadute per l’organismo umano: non è così, e legalizzarla significherebbe dare a tanti ragazzi e anche a persone meno giovani un incentivo a farsi del male da soli». «Ho invece potuto rilevare come il suo utilizzo in campo clinico, quindi sotto controllo medico stretto, sia indicato specialmente riguardo a determinate patologie oncologiche, a certe forme di epilessia e ad altre malattie ancora», è la conclusione della ricercatrice del Cnr. (pgp)

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