La Nuova Sardegna

In sette giorni due eventi

Sel, come cambierà la sinistra: laboratori a confronto

Sel, come cambierà la sinistra: laboratori a confronto

CAGLIARI. Il laboratorio della sinistra che verrà sarà la Sardegna. In questo finesettimana e nel prossimo Sel, il partito di Vendola, comincerà a capire come e quando cambierà pelle: poco lontano...

17 luglio 2015
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CAGLIARI. Il laboratorio della sinistra che verrà sarà la Sardegna. In questo finesettimana e nel prossimo Sel, il partito di Vendola, comincerà a capire come e quando cambierà pelle: poco lontano dal Pd, oppure scaverà un fossato? I sardi di Sinistra, ecologia e libertà sul domani sono divisi e lo si capisce anche dai due eventi organizzati a sette giorni di distanza l’uno dall’altro. Il primo è sulla povertà, «Porca miseria» il titolo, e sarà oggi e domani fra i quartieri di Sant’Elia e della Marina. È organizzato da chi pensa a un «partito autonomo sardo federato» con «un qualcosa che preso nascerà sulle terra ferma». È questa l’idea che hanno intesta gli uomini forti di Sel: dal senatore Luciano Uras al coordinatore regionale Luca Pizzuto, dal capogruppo in Consiglio Daniele Cocco al presidente della commissione Riforme Francesco Agus e forse anche il sindaco diCagliari Massimo Zedda. Il secondo evento sarà fra una settimana, nella sede dell’associazione La Collina di Serdiana, con la partecipazione fra gli altri di Pippo Civatie Stefano Fassina, gli anti-renziani per eccellenza. In quest’occasione, il titolo del laboratorio sarà «Ci siamo» ed è anche il messaggio lanciato da un altro uomo forte di Sel: il deputato Michele Piras, affiancato da Thomas Castangia leader sardo dei civatiani che hanno detto al Pd. Le posizioni fra i due gruppi sono molto distanti e che scelgano strade diverse è probabile. Anche se il coordinatore Pizzuto è cauto: «Non mi risulta che finora ci siano elementi di spicco che abbiano lasciato Sel È vero siamo in una fase di trasformazione, ma non vedo uno scioglimento del partito all’orizzonte e neanche la possibilità che i consiglieri confluiscano in un altro gruppo. Non crediamo alle fughe in avanti: a ottobre a fare le scelte sarà la base di Sel, ma è chiaro che puntiamo a un movimento che stia fra la gente e cominci a rioccuparsi di problemi veri come lo è la povertà». Però gli altri, quelli che pensano a un «nuovo contenitore della Sinistra» hanno deciso di portarsi molto avanti con il lavoro. A ribadirlo è Michele Piras: «Con l’Italicum non ci sono vie di mezzo. O si entra nel Pd, quindi nel partito della nazione, o ci si mette a disposizione con coraggio di un progetto. Noi abbiamo scelto questa seconda strada e a Serdiana cominceremo a parlare della nuova Sinistra. Forte e aperta alla partecipazione di chi è rimasto deluso da un’immagine che è svanita nel tempo e da quando Sel ha cominciato ad aver paura di osare nel resistere a Renzi e ai poteri forti del Pd».

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