Hazzard, oggi Ghisu davanti al gip
Interrogatorio di garanzia per il primo cittadino di Borore che si è dimesso
20 luglio 2015
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BORORE. Interrogatorio di garanzia, oggi, per il sindaco di Borore Salvatore Ghisu (che però si è dimesso, anticipando così le decisioni del Prefetto di Nuoro), indagato nell’ambito dell’inchesta “Hazzard”, condotta dalla Procura oristanese su un presunto giro di appalti e incarichi truccati che coinvolge amministratori e tecnici.
Ghisu è agli arresti domiciliari, così come l’ex sindaco di Noragugume Michele Corda, e oggi, con il suo avvocato Gianfranco Siuni, si presenterà davanti al Gip Annie Cecile Pinello.
Intanto nell’inchiesta spuntano altri due nomi di persone sottoposte a indagine: sono l’ex assessore del Comune di Borore Antonella Cossu, e l’imprenditrice di Olbia Maria Cristina Maccioni, titolare della ditta Co.Ge.Di. Alla prima, il pubblico ministero Armando Mammone contesta la falsitù ideologica, in concorso con Gisu e il segretario comunale di Borore (e Norbello) Giuseppe Mura. Al centro delle accuse, unadelibera di giunta risalente al mese di gennaio, che avrebbe dato atto della presenza alla riunione dell’esecutivo dell’assessore, invece assente. L’imprenditrice olbiese invece risponde, in concorso con l’ingegnere di Macomer Marco Contini, capo dell’ufficio tecnico del Comune di Borore, e con l’ex sindaco di Noragugume Michele Corda, geometra e in quella veste direttore dei lavori, una frode nell’ambito dei lavori di riqualificazione del centro storico della cittadina. La Co.Ge.Di. di Olbia se li era agiudcati con un ribasso del 25 per cento, ma i lavori non sarebbero terminate nelle scadenze previste. Il ruolo di Contini e Corda sarebbe consistito nella elaborazione di una perizia di variante per permettere alla ditta di completare l’opera. «Il presente comunicato per rappresentare che dopo quindici anni di impegno politico da sindaco al servizio della collettività - ha scritto due giorni fa Salvatore Ghius - profuso con serietà e sempre e solo nell'ottica del bene comune, assolutamente convinto di poter dimostrare la mia estraneità ai fatti, mi vedo costretto a rimettere il mandato ai cittadini».
