La Nuova Sardegna

L’INCHIESTA E LA DIFESA

Il gip: «Il falso in atto pubblico era una prassi in Comune»

di Simonetta Selloni
Il gip: «Il falso in atto pubblico era una prassi in Comune»

BORORE. Ha appreso di essere indagata nell’ambito di “sindacopoli” dal giornale. Falso ideologico: Antonella Cossu, ex assessore comunale a Borore, è finita dentro gli atti dell’inchiesta per due...

21 luglio 2015
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BORORE. Ha appreso di essere indagata nell’ambito di “sindacopoli” dal giornale. Falso ideologico: Antonella Cossu, ex assessore comunale a Borore, è finita dentro gli atti dell’inchiesta per due delibere assunte dalla giunta di Borore il 20 gennaio 2015. La numero 5 e la numero 6: la prima, per la determinazione del diritto da esigere dall’amministrazione nelle procedure per il divorzio breve, la seconda, per l’adesione al progetto “Carta d’identità e donazione organi”. Il pubblico ministero Armando Mammone contesta all’ex amministratrice, in concorso con il sindaco Salvatore Ghisu, il segretario comunale Giuseppe Mura e l’ingegnere Marco Contini, la falsità di queste delibere nelle quali si attestava «contrariamente al vero», la presenza dell’allora assessore alla riunione, in realtà mai svolta, quel giorno, in cui peraltro Antonella Cossu era assente dagli uffici comunali.

Antonella Cossu ha voluto sottolineare che la sua posizione nulla ha a che fare con appalti e presunte irregolarità legate alla loro gestione. Ma la questione delle delibere incriminate, viene ritenuta dal Gip Palmas paradigmatica di come il falso in atto pubblico «sia una prassi nel Comune di Borore». Per appalti, ma anche per questioni irrilevanti o addirittura di pubblico interesse. In una intercettazione del 21 gennaio scorso, quindi il giorno dopo l’assunzione presunta della delibera, il sindaco Ghisu chiama al telefono Antonella Cossu e le riferisce sulla volontà di adozione della delibera legata all’assenso alla donazione degli organi. Il sindaco tiene al fatto che anche Cossu, che è medico, figuri tra coloro che approvano l’atto. «Al limite lo adottiamo ieri, in tarda mattinata, tanto il segretario c’era fino alle due». L’assessore si dice d’accordo, ma segnala che «risulta dai registri che alle 10 ero a Porto Torres». E subito dopo, altra intercettazione, Ghisu avvisa il segretario comunale Mura che gli risponde: «l’importante è che fosse a quell’ora(tarda mattinata ndr), che non fosse al lavoro». Ghisu dice di aver verificato e Mura risponde, scherzando: «verifico io, ci mando i carabinieri». I carabinieri ci sono andati davvero, per le verifiche.

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