La Nuova Sardegna

Eccezionali le nuove scoperte ma si temono i danni della ruspa

di Claudio Zoccheddu
Eccezionali le nuove scoperte ma si temono i danni della ruspa

Cabras, confermato il ritrovamento di una testa e alcuni busti di Giganti insieme con otto tombe Il responsabile dello scavo: «Domani parleremo anche dell’attività svolta con il miniescavatore»

26 luglio 2015
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di Claudio Zoccheddu

CABRAS

C’è la sirena di un antifurto a infrangere il silenzio di Mont’e Prama. Suona senza motivi apparenti e a intervalli più o meno regolari ricorda che quel fazzoletto di terra arida è in realtà uno scrigno che custodisce un tesoro che attira la curiosità e, di conseguenza, le polemiche. Soprattutto quando tra gli attrezzi da lavoro c’è una pala meccanica.

Le ricerche. Lo scavo che venerdì ha restituito la testa di un gigante ieri mattina era deserto. E chiuso. Sabato, d’altra parte, gli archeologi non lavorano e nel Sinis ritorna il silenzio ancestrale che ha cullato il sonno dei Giganti per millenni. A vigilare sui tesori, però, ci sono le telecamere dell’impianto di videosorveglianza alimentato da pannelli solari installate poco prima dell’inizio dell’ultima campagna di scavi. La tecnologia che mancava durante i lavori del 2014 – quelli a cui aveva partecipato l’università di Sassari - ha le sembianze di un grosso accumulatore che immagazzina l’energia solare e offre il fianco alla pala meccanica che ha destato tante perplessità. Un miniescavatore cingolato che ha lasciato tracce in tutta l’area, dalla zona delle nuove tombe (6 o 8, il numero è ancora incerto) a quella dove viene depositata la terra rimossa per riportare alla luce gli ultimi importanti frammenti. Porzioni di sculture tanto importanti quanto misteriosi.

La pala meccanica. L’idea che una benna possa aver danneggiato i reperti è difficile da sopportare, oltre che da comprendere. Ne sa sicuramente qualcosa il responsabile dello scavo, Alessandro Usai, che ieri ha convocato un incontro con la stampa per domani alle 15 ma che non si è sbilanciato sul miniescavatore: «Avremmo annunciato i ritrovamenti all’inizio di agosto ma evidentemente siamo stati anticipati – ha detto – Dispiace perché non sono importanti solo i reperti ma tutto lo scavo». Un’attenzione che sarebbe venuta meno al momento del contatto tra la benna e la testa di un gigante: «Risponderò lunedì a tutte le domande sulla questione della pala meccanica, adesso non posso dire nulla», ha aggiunto.

Gli aggiornamenti. Così le uniche informazioni certe sono quindi quelle che arrivano dallo scavo. I reperti trovati nei giorni scorsi sono una testa e alcuni busti. Dopo esser stati raccolti, sono stati spostati dal sito. Ma ciò che non è stato possibile nascondere sono le tombe. La sensazione è che i tumuli seguano la posizione di quelli rinvenuti durante lo scavo dello scorso anno: sepolture allineate come se si trattasse del viale di un cimitero. Un viale ancora da riportare alla luce per intero, dato che lo scavo (al momento) non è particolarmente esteso e la file di tombe potrebbero continuare verso la cima della collina, da una parte, e verso lo stagno di Cabras, dall’altra.

Gli sviluppi. A rendere più suggestiva la visione d’insieme ci sono i frammenti ritrovati vicino alle tombe e che continuano a ritornare alla luce con continuità. Mont’e Prama assomiglia sempre di più a una necropoli monumentale sulle cui dimensioni in tanti hanno ragionato e fantasticato. Un complesso che potrebbe raccontare l’alba, o il tramonto, di tutta l’isola.

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