La Nuova Sardegna

«Allarme, c’è uno squalo» La beffa costa 3 denunce

di Gianfranco Nurra
«Allarme, c’è uno squalo» La beffa costa 3 denunce

Sos del finto bagnino, arriva l’amico con una spada giapponese: «L’uccido io» Panico in spiaggia, i carabinieri scoprono la sceneggiata: trio di ragazzi nei guai

27 luglio 2015
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CALASETTA. «Uscite subito dall’acqua! C’è uno squalo!». È l’allarme lanciato ieri pomeriggio nella spiaggia di Calasetta. Un giovane con canotta rossa con la scritta “Salvataggio”, con megafono, tesserino al collo, apparentemente della Capitaneria, inizia a far suonare la sirena. È il panico in acqua e scatta l’allarme anche in spiaggia.

Alle Saline in quel momento ci sono circa 400 persone. E moltissime sono in acqua. Quando il ragazzo ripete al megafono “Tutti fuori dall’acqua”, si scatena il fuggi fuggi. Quando tutti sono al sicuro, sotto gli ombrelloni, a guardare il mare cercando di vedere il pericolosissimo squalo, ecco che accade quello che nessuno si aspetta. Un altro ragazzo entra in acqua armato di katana. E brandendo la spada giapponese inizia a menare fendenti sulle onde come un guerriero. E grida: «Lo uccido io, lo squalo». La gente non lo sa ma nello stesso tempo c’è un terzo ragazzo che riprende tutta la scena con una videocamera.

Qualcuno però, un po’ per la paura dello squalo, un po’ perché il «guerriero giapponese» tra le onde risulta poco credibile, telefona ai carabinieri. La pattuglia della stazione di Calasetta ci mette poco a svelare l’imbroglio. Niente squalo, niente guerrieri coraggiosi: era solo uno scherzo, stile «Amici miei», organizzato tra tre studenti ventenni: obiettivo, farsi due risate e pubblicare il video in Rete. Ma per il trio non è andata esattamente secondo le previsioni. Lo scherzo è finito con tre denunce a piede libero per usurpazione di funzioni pubbliche, procurato allarme presso le autorità, porto d’armi o oggetti atti ad offendere. I tre studenti, dopo una ramanzina, sono stati rimandati a casa. Non potranno neppure utilizzare il filmato, a ricordo della bravata. La canotta rossa, il tesserino falso, la katana dell’aspirante cacciatore di squali e la memoria della videocamera con il filmato sono stati sequestrati. Dopo qualche ora i tre hanno chiesto scusa: volevano pubblicare il video in un sito di scene divertenti. Non è una vita per il trio. Qualche giorno fa uno dei ragazzi si era vestito da sub e aveva improvvisato una specie di pesca subacquea in una fontana.

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