La Nuova Sardegna

L’agguato preparato nei dettagli

L’agguato preparato nei dettagli

Oggi l’autopsia, gli inquirenti cercano tracce degli assassini e un movente

28 luglio 2015
2 MINUTI DI LETTURA





GAIRO. Sarà la perizia necroscopica, che dovrebbe svolgersi oggi nella camera mortuaria dell’ospedale di Lanusei, a stabilire quante fucilate hanno martoriato Massimiliano Langiu, 27 anni, di Gairo, piccolo imprenditore edile e allevatore di maiali. Ma non ci sono dubbi sul fatto che si è trattato di un’esecuzione. Il giovane è stato giustiziato davanti al cancello della sua porcilaia da uno o due killer che gli hanno sparato almeno due fucilate a pallettoni da distanza ravvicinata, quasi a bruciapelo. Massimiliano Langiu era ancora vivo domenica mattina alle 9, ora in cui ha postato il suo ultimo messaggio su Facebook. Poi il silenzio. Fino alle 21,30, quando il cadavere immerso in un lago di sangue è stato trovato da un amico che era andato a cercarlo dopo aver raccolto la preoccupazione della moglie. L’allarme ai carabinieri e le indagini. Difficili, complicate anche dal fatto che nessuno ha visto o sentito qualcosa nelle sperdute campagne di Spallana Is Illius, dove il giovane aveva avviato una porcilaia modernissima.

L’agguato sembrerebbe preparato nei minimi dettagli. I killer non hanno lasciato tracce. Ma anche se fossero arrivati all’improvviso non sarebbe cambiato nulla, visto che la porcilaia è in una zona isolata nel cuore della campagna ogliastrina, raggiungibile soltanto con un fuoristrada lungo un percorso impervio. I carabinieri della compagnia di Jerzu, al comando del capitano Giuseppe Merola, e i colleghi del Reparto operativo provinciale, arrivati sul posto insieme agli specialisti del Ris, hanno trascorso tutta la notte a fare rilievi, sotto le direttive del comandante provinciale, colonnello Saverio Ceglie, arrivato anche lui per coordinare le indagini.

I killer sono usciti dalla boscaglia all’improvviso, quando Massimiliano Langiu si stava spostando nella porcilaia con una carriola e gli attrezzi utilizzati per accudire il bestiame. Probabilmente, uno dei due sicari si era appostato per sbarrare l’unica probabile via di fuga al giovane imprenditore nel caso in cui fosse riuscito a scampare al fuoco del killer che gli si era avvicinato silenziosamente, emergendo all’improvviso da dietro un cespuglio vicino al cancello della porcilaia. Un delitto maturato nell’ambiente agropastorale, anche se i carabinieri non escludono altre piste. Così come non vengono esclusi collegamenti con l’ultimo agguato mortale messo a segno a Gairo: il 16 novembre 2014m Aldo Caboi, 63 anni, colpito da una fucilata alla testa mentre andava nel suo ovile insieme a un amico, era morto in ospedale dopo una settimana di agonia. (plp)

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative