La Nuova Sardegna

Manu Chao, formidabile “Patchanka”

di Andrea Musio
Manu Chao, formidabile “Patchanka”

In diecimila all’Arena Sant’Elia per il concerto del cantautore franco-spagnolo, preceduto da diverse band sarde

31 luglio 2015
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CAGLIARI. Funambolico ed esplosivo Manu Chao. Che successo, mercoledi sera per il suo ritorno in Sardegna, a quattordici anni di distanza dalla precedente esibizione. In diecimila hanno affollato, sin dalle prime ore della sera l'Arena Sant'Elia per l’esibizione dle cantante franco spagnolo. Una invasione di fans da tutta l'isola per quello che è stato un grande evento, con un pubblico in delirio dall'inizio alla fine dell'esibizione. Del resto Manu Chao ci sa fare e coinvolge alla grande un pubblico di ogni età. Chi, era memore della strepitosa performance tenuta al Molo Ichnusa nel 2001 così come quelli che lo vedevano sul palco per la prima volta.

In ottima forma così come la band che lo accompagnava, Chao ha tenuto banco per quasi tre ore richiamato continuamente sul palco per nuovi bis. Ventitré le canzoni in scaletta, anche se sembravano di più considerando la ripetitività dei brani più celebri e gli intermezzi creati ad hoc (un po’ noiosi a lungo andare), per mantenere sempre alto il livello, sopra e sotto il palco. In difesa dei popoli oppressi dal capitalismo, l'antiproibizionismo, contro il razzismo e l'omofobia, in difesa della terra sfruttata dalle multinazionali e i diritti civili. Questi i temi delle sue canzoni. Impegnato nel sociale, Manu Chao, lancia i suoi appelli e arriva dritto al cuore. E lo fa anche lasciando ogni volta spazio alle associazioni locali. Ecco così che , accompagnati da Paula Pitzalis del collettivo Radio Chango (di cui fa parte anche lo stesso Manu Chao), con base a Barcellona, salgono sul palco due esponenti del movimento “No Iscorias”, che lotta contro il dislocamento delle scorie nucleari.

E poi si torna al live. Alla amata “Patchanka”,quella dei mitici Mano Negra in cui si mescola ritmo in levare, rock, suoni etnici e punk mentre nella parte cantata si alternano il francese lo spagnolo e l'inglese. Da “Mr. Boby” a “Dia luna”, “La vida tombola”, dedicata a Diego Maradona, “Go Masai”, “L'hiver est là” e naturalmente le celeberrime “Clandestino”, “Welcome to Tijuana”, “Mina galera”, “Mala vida” ed altre ancora. Grande assente sul palco il bassista storico della band. Jean Michel Gambeat. A causa di un infortunio ad una gamba ed in attesa di un probabile intervento chirurgico è stato sostituito dal salentino Michele Minerva, già in formazione con la band Io te e Puccia, insieme al trombettista Gabriele Blandini, anch'egli presente nel tour “La Ventura”. Uno spettacolo costantemente sul filo della lama, trascinante con una scenografia scarna e minimale. L'apertura è stata affidata a cinque sardi tra bands e rappers. Dalla world music dei Guney Africa al rap dei Menhir, Enigma e El Raton della scuderia Machete Empire,al Reggae dei Train to roots che hanno anticipato lo show di Manu Chao.

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