La Nuova Sardegna

Regione: si fissi un limite

di Luca Fiori
Regione: si fissi un limite

E si pensa di costruire un hub per la prima accoglienza dei profughi

03 agosto 2015
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SASSARI. Sono stati trasferiti in varie strutture di accoglienza in tutta l'isola i 435 migranti sbarcati due giorni fa nel porto di Cagliari dalla nave della Marina militare tedesca Schleswig-Holstein dopo il soccorso di due motovedette della Guardia costiera al largo delle coste libiche. Le operazioni di accoglienza gestite dalla macchina dei soccorsi messa in moto dalla Regione e dalle prefetture si sono concluse alle due del mattino di ieri.

Poi i profughi sono stati accompagnati a bordo dei pullman nei centri che li attendevano: 207 sono rimasti nel cagliaritano, 130 sono andati nel Sassarese (tra Cargeghe, Porto Torres e Sorso), 57 a Nuoro e 41 a Oristano.

Sulla nave tedesca c'erano complessivamente 342 migranti di nazionalità Eritrea, 30 della Somalia, uno dell'Etiopia, 29 del Bangladesh, 17 siriani, 16 palestinesi e un marocchino. Identificato solo uno dei due cadaveri che si trovavano sulla nave. Si tratta di un cittadino siriano di 40 anni. L'uomo sarebbe morto sia a causa delle precarie condizioni di salute, legate al diabete, sia per aver inalato gas di scarico sul barcone. Il secondo straniero, circa 40 anni, non è ancora stato identificato e sarebbe deceduto per annegamento. Le salme sono state messe a disposizione dell’autorità giudiziaria per eventuali altri accertamenti.

Intanto in attesa del vertice fissato per venerdì a Cagliari in Prefettura, la Regione fa sapere che l’isola al momento ha raggiunto la quota del 2,77 percento (calcolata sulla base del totale degli arrivi e della popolazione) e che chiederà al Governo una maggiore programmazione per gestire meglio le emergenze future. Perché se è vero che la macchina organizzativa fino a questo momento ha funzionato, grazie all’impegno e alla professionalità di tutte le forze messe in campo, quello che accadrà nei prossimi mesi dovrà essere gestito senza essere colti all’improvviso. Al vertice sarà presente Mario Morcone, capo del dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale. La Regione metterà sul tavolo alcune priorità per affrontare l’emergenza, nel corso di quello che era un appuntamento già programmato, ma che alla luce dell’ultimo sbarco diventa ancora più urgente. All’incontro parteciperà il governatore Francesco Pigliaru, i prefetti isolani e numerosi sindaci. Tra le esigenze che verranno messe sul tavolo c’è quella di realizzare un hub per la primissima accoglienza dei migranti.

Fino a oggi Cagliari ha gestito gli sbarchi con strutture prefabbricate e con tanta buona volontà, ma ora si pensa a convertire qualche stabile demaniale nella zona del porto (nell’arco di pochi chilometri) per gestire gli arrivi in modo più adeguato. La seconda richiesta sarà quella di accelerare e rendere più snelle le pratiche per le richieste di asilo, in modo che i profughi non siano costretti ad attendere mesi nei centri di accoglienza. Un altro problema di cui dovrà farsi carico il Governo è quello dei minori non accompagnati: solo nell’ultimo sbarco erano 32. La Regione chiederà al rappresentante del Viminale che i comuni e la stessa amministrazione regionale non vengano lasciati soli nella gestione di questo delicato incarico. Su questo punto insiste anche il prefetto di Cagliari che due giorni fa ha seguito da vicino tutte le operazioni di sbarco. «Realizzare o individuare strutture per minori che arrivano da soli - spiega Giuliana Perrotta - sarà la nuova priorità». Il numero dei bambini e dei giovani che sbarcano senza genitori è infatti in aumento. Molti arrivano con la speranza di ricongiungersi con parenti o amici nel nord Europa, altri hanno perso i genitori durante il viaggio e si sono ritrovati soli. Dal vertice di venerdì si capirà anche se la quota prevista fino a questo momento per l’isola potrà variare a seconda delle future esigenze e se in quel caso dovranno essere individuate nuove strutture per l’accoglienza. Qualche sindaco si è già fatto avanti, perché ormai è chiaro che l’emergenza riguarda tutti, nessuno può tirarsi indietro.

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