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Albergatori in rivolta, stangata dall’Europa: a rischio 1500 lavoratori

di Stefano Ambu
Albergatori in rivolta, stangata dall’Europa: a rischio 1500 lavoratori

Federalberghi protesta: 30 hotel dovranno restituire 35 milioni di euro. I proprietari: pronti a chiudere. La Regione: studiamo una soluzione rapida

04 agosto 2015
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CAGLIARI. Una volta erano le campagne con la rivolta degli agricoltori che fece arrivare in Sardegna (a Decimoputzu) anche un Beppe Grillo non ancora leader del Movimento cinque stelle. Ora tocca agli hotel, uno po’ di tutte le stelle. Corsi e ricorsi dei complicati intrecci tra normative comunitarie e regionali.

Il succo del discorso è amarissimo: bisogna restituire subito i soldi arrivati una decina di anni fa per le ristrutturazioni degli alberghi. Soldi, chiaramente, già spesi. La lettera è arrivata la scorsa settimana: è firmata dalla Regione. Ma è la inevitabile conseguenze di quanto decretato sette anni fa dalla commissione europea che ha bollato come illegittimi i contributi di una legge del 98 concessi alle imprese che avevano avviato i lavori prima della domanda di aiuto.

Anni di ricorsi e opposizioni. Ma il conto ora è arrivato. Ed è più salato dell’acqua di mare: 35 milioni per 30 aziende. La mappa delle aree colpite dal malinteso sardo-europeo: 13 hotel in Gallura, 8 in provincia di Sassari, 4 in Ogliastra e cinque nella provincia di Cagliari. Due hanno subito saldato. Ma gli altri no.

La protesta. Per Federalberghi da ieri è scattata una sorta di stato di agitazione. Con la promessa, in caso di non risposte, di una estate bollente: altro che emergenza caldo. La spiegazione del pasticcio sta tutta nella storia di due delibere. Prima era uscita la 33/4, spiega Federalberghi, che negava contributi alle imprese che avevano avviato la riqualificazione prima della domanda. «Però, allo stesso tempo – continua Federalberghi – con delibera numero 33/6 la Regione aveva ammesso al contributo le stesse imprese escluse dalla delibera numero 33/4».

Il rischio. I numeri dell’emergenza illustrati da Federalberghi riguardano la situazione più catastrofica. Quella che ipotizza la chiusura delle aziende impossibilitate a pagare cifre in media di un milione con oscillazioni dai 150mila euro delle piccole strutture ai due milioni delle grandi): addio a 1573 posti di lavoro, 8926 posti letto, e a 60 milioni di fatturato. Ora l’sos alla Regione. «Chiediamo innanzitutto – ha spiegato il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca – che siano bloccate sul nascere tutte le possibili procedure esecutive che dovessero far seguito alla lettera. E poi chiediamo che il problema sia risolto, non lasciate sole le aziende». Appello e polemiche. «Noi avremmo bisogno – ha detto Mauro Murgia, vicepresidente Federalberghi – di sostegno da parte della Regione come accade in altri territori. Se devono succedere queste cose è meglio che la Regione non si occupi nemmeno di turismo».

Allarme dal nord Sardegna: «Danni gravi e ingiusti – ha detto Stefano Visconti, presidente Federalberghi Sassari – i soldi sono stati impiegati per le ristrutturazioni, per consolidare il sistema creando posti di lavoro. E invece vengono opposti agli albergatori problemi meramente formali». Da oggi inizia la battaglia alla Regione. C’è un primo appuntamento tra diciotto aziende, rappresentate dal legale, con gli uffici dell’assessorato del Turismo. Ma Federalberghi chiede fatti. «Domani (ndr oggi) in due commissioni e in consiglio – ha detto Gian Luca Deriu, direttore regionale Federalberghi – si parla di finanziamenti per lo sport. Giusto, ma ci aspetteremmo la stessa sensibilità per il turismo».

La Regione. La Regione risponde subito: «Stiamo valutando tutte le possibilità con gli uffici legali per cercare di fare chiarezza e trovare una soluzione a una vicenda complicatissima». Lo dice l’assessore del Turismo Francesco Morandi. «Abbiamo ereditato una situazione difficilissima della quale non siamo responsabili – continua Morandi – ma, naturalmente, non escludiamo nessuna strada. Sulla questione sono poi intervenute, a più riprese, la Corte di Giustizia Ue e la magistratura ordinaria, rendendo la vicenda attuale ancora più complessa e davvero critica per i beneficiari dei finanziamenti. Abbiamo ben chiaro ogni passaggio: ci auguriamo che gli incontri tra i legali delle parti in programma nei prossimi giorni possano fornire argomenti utili per individuare una via d’uscita».

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