La Nuova Sardegna

Nora, nuove scoperte nella città romana

Nora, nuove scoperte nella città romana

Il progetto di scavo nell’ex area militare restituisce resti di strade, fognature e di un edificio imperiale

04 agosto 2015
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PULA. Resti di strade, canali, impianti fognari e un edificio di età imperiale, ascrivibili all’età romana, sono venuti alla luce nell’ex area militare di Nora dove, per tre anni, sono stati effettuati gli scavi archeologici del progetto Isthmos.

L’intervento, ideato e realizzato dagli studiosi dell’università di Cagliari, Simonetta Angiolillo e Marco Giuman, è nato dalla collaborazione tra l’ateneo sardo, la Soprintendenza archeologica e il Comune di Pula. Incentrato sull’analisi di una porzione dell’ex area militare di Nora, passata di recente al pubblico demanio, della città punico-romana indagata solo parzialmente in passato e fondamentale per la comprensione dell’estensione dell’area urbana antica, la zona di alto rilievo storico e archeologico.

Gli scavi di Nora cominciarono in seguito ad una grande mareggiata avvenuta nel 1889, che riportò alla luce un antico cimitero fenicio-punico per bambini, il tophet, nella spiaggia vicino alla Chiesa di Sant'Efisio. Nel corso del tempo tutta la città di Nora fu letteralmente ricoperta da terra, detriti e dalla vegetazione, che nei decenni è stata poi rimossa dagli archeologi per riportare alla luce le rovine. Da segnalare l'importante ritrovamento dell l'antichissima Stele di Nora, oggi custodita presso il Museo Archeologico di Cagliari, che rappresenta il più antico documento scritto di tutto il Mediterraneo e di tutto l'occidente, e sulla quale compare per la prima volta il nome Sardegna (Shardana).

Nel sito si vedono si vedono le strade ad andamento tortuoso, tipiche dei fenici, e le strade dritte ad andamento regolare, dell'epoca romana. Nella parte nord, troviamo la necropoli, l'acquedotto, e il grande anfiteatro che originariamente contava venti gradinate con mille posti a sedere ed era completamente rivestito di marmo bianco di Carrara.

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