La Nuova Sardegna

caccia agli abusivi

Vendeva cocco in spiaggia, super multa da 5mila euro

di Nino Muggianu
Vendeva cocco in spiaggia, super multa da 5mila euro

Un ambulante campano bloccato sull’arenile a Cala Gonone dai carabinieri. È stato denunciato. Per i militari dietro il fenomeno c’è un’organizzazione che controlla il mercato

05 agosto 2015
2 MINUTI DI LETTURA





CALA GONONE. «Cocco bello, cocco fresco, cocco di mamma». La cantilena è sempre la stessa, ma questa volta invece di attirare i bagnanti assetati ha attirato i carabinieri della compagnia di Siniscola che all’ambulante abusivo hanno presentato una multa di 5mila euro.

La filastrocca che riecheggia in tutte le spiagge, da anni è il tradizionale sistema utilizzato dai venditori ambulanti di cocco per attirare l’attenzione dei bagnanti a cui rifilare, senza bilancia e senza scontrino, qualche scheggia del frutto. Vanno avanti e indietro con la borsa frigo, ripetendo come un disco rotto la cantilena i venditori del gustoso frutto esotico, ma nessuno controlla mai se per quell’attività - a quanto pare parecchio redditizia - sono autorizzati.

I militari della compagnia di Siniscola i giorni scorsi hanno deciso di vederci chiaro, si sono appostati in una spiaggia e dopo qualche minuto un ambulante campano si è ritrovato in mano una multa salatissima. L’uomo vendeva il suo prodotto in giro per le spiagge di Cala Gonone, come altri venditori abusivi extracomunitari, facendo la spola, dalla spiaggia centrale a Sos Dorroles, passando per Palamasera. In questi ultimi giorni, il venditore di cocco era diventato una presenza fissa, facendo lo slalom tra gli ombrelloni. Durante un mirato controllo alla vendita abusiva sulle aree pubbliche e demaniali, ieri a Cala Gonone, i carabinieri della stazione di Dorgali hanno denunciato l’ambulante campano di 38 anni, perché si è inizialmente rifiutato di fornire le proprie generalità ai carabinieri. L’uomo è stato poi sanzionato con la multa di 5mila euro perché vendeva cocco e ananas sulla spiaggia senza essere in possesso delle autorizzazioni. Come dimostrato da un servizio televisivo delle “Iene”, vendere cocco sulla spiaggia, apparentemente sembra un innocuo modo di racimolare qualche soldo in periodo di crisi, ma sarebbe solo l’ultimo anello di una organizzazione piramidale che, sfruttando i venditori che per pochi spiccioli percorrono decine di chilometri di spiaggia sotto al sole tutti i giorni, assicura al vertice, a fine stagione, introiti che si aggirano attorno al milione di euro. Per i carabinieri di Siniscola, coordinati del capitano Andrea Senes, l’organizzazione, che fa capo ad un boss continentale, si appoggia su diversi capi zona che si dividono le spiagge dell’isola.

A loro volta i capi zona hanno alle loro dipendenze i venditori, che, sfruttati, privi di coperture assicurative e regolari contratti, sono costretti a turni di lavoro massacranti per poche centinaia di euro. La compagnia di Siniscola sta intensificando i controlli al fine di contrastare questa strisciante ma soprattutto inquietante forma di racket, che interessa tutte le spiagge italiane, comprese naturalmente quelle sarde.

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative