La Nuova Sardegna

Siena, il palio dell’Assunta è di Tittia

Siena, il palio dell’Assunta è di Tittia

Giovanni Atzeni celebre fantino di Nurri si aggiudica la corsa per i colori della contrada della Selva

18 agosto 2015
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SIENA. “Tittia” che vittoria. E con questo sono 5 i Palii di Siena che si è portato a casa, ad appena 30 anni, il fortissimo fantino Giovanni Atzeni, nato a Nagold, il paese della Germania dove i genitori erano emigrati da Nurri, nel cuore della Sardegna, per cercare fortuna. Ma lui la fortuna l’ha trovata in Italia, in Toscana, seguendo il suo istinto e dando sfogo alla sua passione per i cavalli.

“Tittia” Atzeni con i colori della contrada della Selva ha vinto da dominatore il Palio dell’Assunta, una “carriera” destinata a passare alla storia perché si è svolta il 17 agosto, a causa del maltempo che il 16 aveva trasformato il tufo di piazza del Campo in una poltiglia appiccicosa e pericolosa. “Tittia” ha vinto con autorità mostrando sempre più di avere le qualità per scrivere il suo nome sul libro d’oro del Palio di Siena, come “Aceto” e tutti gli altri fantini sardi che hanno nobilitato la carriera senese con i loro successi e la loro professionalità.

La contrada della Selva ha scelto “Tittia” per la sua bravura e anche per la sorte che le aveva destinato un cavallo fortissimo: “Polonsky”, anche lui di origine sarda come il fantino. Un’accoppiata che sembrava predestinata. Ma anche gli avversari erano molto accreditati, in particolare la contrada dell’Istrice con “Trecciolino”, il fantino vicino a raggiungere il numero di vittorie, 14, del mitico “Aceto”, in sella al fortissimo angloarabo sardo Porto Alabe. E l’Onda con “Salasso” in sella alla cavalla sarda Preziosa Penelope. Ma per i due fantini “non sardi” non c’è stata gloria ieri sera sul tufo di piazza del Campo. L’unico che ha provato a insidiare la galoppata solitaria verso la gloria di “Tittia” è stato “Bellocchio”, figlio di “Trecciolino” che è caduto all’ultima curva di San Martino, mentre in sella alla cavalla sardo nuorese “Quadrivia” stava cercando di tenere il passo dello scatenato vincitore.

E così, tra le nove contrade rivali in piazza del Campo, a trionfare è stata l'unica che non aveva “nemiche” dichiarate: la Selva. L’ultima vittoria della contrada risaliva al palio della Madonna di Provenzano del 2010, mentre per Giovanni “Tittia” Atzeni è la quinta su 24 palii corsi: il suo ultimo successo risaliva all'agosto 2013 con i colori dell'Onda. Per il cavallo Polonski, alla quinta partecipazione, è invece la prima vittoria.

Nonostante le forti rivalità tra le nove contrade, i tempi della mossa sono stati abbastanza veloci: 25 minuti di tentativi di allineamento e due partenze false prima dell'ingresso della contrada dell'Onda di rincorsa. La Selva, che era vicino alla transenne, è scattata subito in testa, inseguita per il primo giro dalla Lupa e poi dall'Oca, fino alla caduta di “Bellocchio” all'ultima curva di San Martino. Tittia e Polonski, con diversi metri di vantaggio, hanno concluso indisturbati i tre giri di piazza del Campo portando in trionfo la Selva. All'ultima curva del Casato c’è stato un incidente per il cavallo della Torre, l’anglorabosardo “Roba e Macos”, ma il suo fantino l’ha prontamente fermato: non dovrebbe essere nulla di grave.

A fine corsa, i contradaioli dell’Onda e della Torre, due tra le nove storiche rivalità presenti in piazza del Campo, si sono fronteggiati duramente per alcuni minuti rendendo anche necessario l'intervento delle forze dell'ordine per dividere le due fazioni.

A Siena, con la vittoria della Selva, si conclude una stagione densa di emozioni e tensioni. Il Palio dedicato alla Madonna Assunta era stato rinviato di 24 ore a causa della pioggia che aveva infradiciato il campo. Ma il 16 agosto, data in cui si sarebbe dovuto correre, un gruppo di un centinaio di animalisti si era recato a Siena per chiedere l'abolizione della corsa, manifestando con striscioni e slogan contro i contradaioli in una zona isolata ad alcuni chilometri dal centro cittadino per timori di scontri.

Il Comune di Siena aveva comunque già espresso la sua presa di posizione attraverso il sindaco, Bruno Valentini: «I veri animalisti – aveva detto il primo cittadino senese – siamo noi, che spendiamo risorse, tempo, energie e amore per i cavalli. Non si diventa contradaiolo per sport o per mestiere, questo è un processo di vita». (plp)

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