La Nuova Sardegna

Il riso sardo tra i più apprezzati all’Expo

Il riso sardo tra i più apprezzati all’Expo

Il commissario dell’Ente nazionale Carrà elogia le coltivazioni dell’isola ma avverte: «Attenzione alle importazioni estere»

22 agosto 2015
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ORISTANO. Il settore risicolo sardo gode di ottima salute, e per adesso non risente delle politiche commerciali aggressive che provengono dai produttori extra-Ue.

Lo ha certificato il commissario dell’Ente nazionale risi Paolo Carrà, a Oristano per inaugurare nei giorni scorsi la nuova sede dell’Ente, che ha lasciato lo storico impianto di via Ozieri per trasferirsi negli uffici di via Mattei. Con 3.307 ettari coltivati e una produzione di 22.769 tonnellate, il settore si concentra soprattutto in provincia di Oristano dove operano diversi imprenditori affermatisi anche nello scenario nazionale. A loro il commissario Carrà si è rivolto nel corso di un incontro al quale sono intervenuti anche l’assessore regionale all’agricoltura Elisabetta Falchi, lei stessa titolare con la sua famiglia di un’importante impresa risicola, il sindaco di Oristano Guido Tendas, il viceprefetto vicario Paola Dessì e il vicepresidente della Camera di commercio di Oristano Nando Faedda.

Il commissario Carrà ha elogiato le produzioni risicole sarde indirizzate soprattutto sul riso tondo e sui cosiddetti lunghi di categoria A, e caratterizzate da caratteristiche di eccellenza. Carrà non ha nascosto, però, i timori per il futuro del comparto nell’Isola come nel resto d’Italia, a causa del mai risolto problema delle importazioni dall’estero. «Due terzi dell’importazione non paga dazio», ha spiegato il commissario dell’Ente nazionale risi.

«Purtroppo è una scelta che l’Unione europea ha fatto e la stessa Corte dei conti europea ha verificato che vengono rilasciate più concessioni. Ciò determina un’entrata in Europa di riso che appunto non paga dazio». «Se infatti il dazio sul riso lavorato è di 175 euro a tonnellata», ha spiegato Carrà, «in realtà, entrando due terzi di riso lavorato che non pagano dazio, significa che il dazio medio è intorno ai 60 euro. Questo determina una perdita finanziaria per l’Unione europea ed è per questo che la Corte dei conti europea ha fatto menzione». Carrà ha ribadito la necessità di puntare sulle produzioni di qualità, di cui l’isola con gli anni ha assunto un ruolo di leader. «La produzione italiana tutta è una produzione di eccellenza perchè utilizza metodi nuovi di un’economia più moderna, più sostenibile», ha affermato il commissario dell’Ente nazionale risi. «Un’agricoltura che impiega principi attivi ormai col contagocce. Arriviamo addirittura a pochi grammi per ettaro contro le centinaia di litri di qualche anno fa», ha spiegato ancora il commissario. «Ciò non avviene negli altri paesi fuori dall’Europa. È necessario farlo sapere, è necessario far conoscere l’importanza della sostenibilità della risicoltura italiana». Un’azione che l’Ente nazionale risi sta svolgendo nell’ambito dell’Expo di Milano, dove trova spazio anche il settore risicolo sardo.

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