La Nuova Sardegna

Blitz militare al portavalori

di Gianni Bazzoni
Blitz militare al portavalori

Colpi di mitra, strada bloccata. La banda di 8 uomini porta via 500mila euro

02 settembre 2015
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SASSARI. Inferno di fuoco, ieri mattina, alle 7.40, sulla strada statale 131, chilometro 156 - all’altezza del bivio per Bolotana, confine della provincia di Nuoro - dove un commando di almeno 8 banditi ha assaltato un furgone portavalori della Vigilpol. Due guardie giurate sono rimaste ferite in maniera lieve (uno al polpaccio, raggiunto da alcune schegge, e l’altro al volto e alla spalla dopo essere stato colpito con un pugno e trascinato per terra). Diversi automobilisti si sono trovati intrappolati nella scena del crimine: sono stati attimi di grande paura. Il bottino si aggira attorno ai 500mila euro ma è molto probabile che le banconote siano state rese inutilizzabili dal sistema di macchiatura. I componenti del commando erano giovani, alcuni parlavano in sardo. Uno non aveva alcun accento.

Stile militare. La mimetica come divisa, i rapinatori indossavano passamontagna e giubbotti antiproiettile, avevano armi pesanti - i Fal in dotazione all’esercito e altri fucili, non è escluso anche un kalashnikov, perché l’esame dei reperti recuperati non è stato ancora concluso - e hanno sparato decine di colpi, molti in aria, altri contro il blindato e un’auto della Metropol Sarda arrivata mentre era in atto la rapina.

Il piano. La banda è sicuramente tra quelle più organizzate e attrezzate viste all’opera in Sardegna negli ultimi dieci anni: un «livello superiore», come hanno commentato a caldo gli investigatori. Capace di progettare il colpo a tavolino con tutte le informazioni ricevute - sicuramente con la collaborazione di qualcuno che conosceva alla perfezione orari, percorsi e passaggi territoriali - e metterlo in pratica senza problemi.

I mezzi rubati. L’operazione è cominciata una quindicina di minuti prima della rapina con una incursione in una cava che dista pochi metri dal punto scelto per l’assalto al blindato. I banditi sono arrivati al momento giusto, e anche questo non deve essere un caso: nell’azienda c’era solo un dipendente appena arrivato con la sua Fiat Multipla. L’uomo è stato minacciato con i fucili da due banditi, fatto scendere dalla monovolume, gli hanno bloccato i polsi con le fascette di plastica.

Dalla cava il commando ha portato via, oltre alla Multipla, un camion (di quelli utilizzati per il trasporto dei massi) e un fuoristrada Pajero che era parcheggiato nel piazzale.

L’azione. Sono le 7.40 quando la rapina entra nel vivo. I banditi si prendono la strada nei due sensi di marcia, occupano militarmente un pezzo della 131, subito dopo l’altipiano di Campeda, a breve distanza dal bivio per Bolotana, dove si trova il bosco di Badde Salighes. Un Pajero - che ai primi automobilisti sembra in panne, fermo al centro della corsia - viene posizionato sull’arteria in direzione Sassari, poco più avanti una Alfa 147 di colore scuro con tre persone a bordo. Il fuoristrada viene incendiato e sul manto stradale vengono seminati chiodi. Il traffico si blocca, la gente cerca di capire il senso di quella emergenza.

La rapina. Sull’altro lato va in scena la rapina vera e propria: quando il furgone portavalori arriva (proveniente da Sassari) si trova davanti il camion da cava (privo delle targhe) e la Multipla che ingombrano la carreggiata. Le guardie giurate intuiscono che qualcosa non va, provano a cercare una via di fuga, ma in un attimo il blindato è circondato dai rapinatori armati. Due scendono dal camion e dalla Multipla, altri tre dall’Alfa 147 che si trova dall’altra parte della strada e si è affiancata al guardrail. In tre saltano la sbarra di lamiera: sparano per aria e contro il parabrezza del furgone della Vigilpol. Le guardie sono costrette a scendere, vengono fatte sdraiare a terra. I banditi aprono il portellone, continuano a sparare, schegge di rimbalzo feriscono uno dei vigilante al polpaccio. Poi usano una smerigliatrice a scoppio per sezionare l’armadio blindato che contiene le valigette con il denaro. Per aprirle sparano diversi colpi di fucile.

La sorpresa. I contenitori non cedono, e uno dei rapinatori urla: «Non si aprono, ci hanno fregato... ci hanno fregato». È forse il momento più difficile. Anche perché sulla strada si forma una colonna di auto, in diversi hanno intuito che non si tratta di un incidente. Arriva anche una Punto della Metropol Sarda, una sola guardia a bordo. L’uomo procede, suona il clacson, forse vuole indurre i banditi alla fuga.

Terrore. I rapinatori non si fanno da parte. Aprono il fuoco contro la Punto, la centrano sul cofano. La guardia si salva perché si distende sui sedili. Cerca di scendere, forse per scappare. Ma arrivano due banditi, tirano fuori il vigilante a forza, uno lo colpisce con un pugno al volto e lo trascina a terra.

La fuga. Il rischio aumenta con il passare dei secondi. Il commando decide di lasciare il campo. Perde uno dei mezzi (il pick up) perché ha una gomma a terra forata da un proiettile vagante. I banditi si prendono il fuoristrada di una veterinaria rimasta bloccata in fila, è una Tucson Hyundai: «Scusi signora, ci serve la sua auto». Due dei mezzi - la 147 e la Tucson - vengono ritrovati abbandonati (nella zona di Foresta Burgos) poco più tardi. Sul posto arrivano una pattuglia della polizia del commissariato di Macomer insieme alla Stradale di Sassari. Quindi gli investigatori della squadra mobile della questura di Sassari che si occupano delle indagini, gli specialisti della Scientifica per i rilievi, i carabinieri. La strada resta chiusa per ore. La caccia all’uomo interessa mezza Sardegna, anche con l’ausilio di un elicottero. Ma dei banditi nessuna traccia.

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