La Nuova Sardegna

LA MOBILITAZIONE

Migranti, la Chiesa sarda apre le sue porte

Migranti, la Chiesa sarda apre le sue porte

Già al lavoro tutti i vescovi e i parroci delle diocesi isolane. Marco Lai, Caritas: subito accolto l’appello del Papa

08 settembre 2015
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SASSARI. La Chiesa sarda fa suo l’appello del Papa venuto dalla fine del mondo. La Caritas e i vescovi si sono già mobilitati per trovare un tetto ai tanti migranti in fuga dalla guerra. Papa Francesco ha chiesto a ogni parroco di accogliere una famiglia di migranti. E le oltre 400 parrocchie nell’isola sono pronte ad aprire le porte.

«La mobilitazione è già partita – spiega il direttore regionale della Caritas Marco Lai –. I vescovi hanno inviato una missiva ai parroci a nei conventi della Sardegna. Ci muoviamo in sintonia. Ma di fatto la Caritas da sempre è in prima linea nell’assistenza dei popoli in difficoltà. Lo è stata in tutti questi anni e continuerà a fare la sua parte».

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Lai è pronto a rilanciare anche un altro progetto. «Si chiama “rifugiato a casa mia”, dal 2011 al 2013 era stato realizzato a Cagliari. Credo si possa esportare con successo nel resto dell’isola».

E in tutta la Sardegna la risposta da parte dei parroci dei piccoli comuni o delle periferie delle grandi città è immediata. «Per noi la fratellanza è un valore universale – continua Lai – è nel dna della chiesa. Il nostro Papa ricorda di arrivare dalla fine del mondo e anche l’ultima enciclica è proprio diretta agli ultimi della terra». Lai mette l’accento anche su un altro aspetto. «La nostra Sardegna si spopola in modo sempre più rapido, questo potrebbe essere anche un modo per dare nuova linfa alle comunità». Uno schiaffo ai governi che considerano i popoli in fuga dalla guerra come numeri. Li dividono in quote, discutono su come e dove portarli. La Chiesa apre le sue porte. A tutti. (l.roj)

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