La Nuova Sardegna

A Oristano vitigni più antichi del mondo

di Pasqule Porcu
A Oristano vitigni più antichi del mondo

Presentati a Milano i vinaccioli di Sa Osa, hanno 3200 anni. Nel Mediterraneo si beveva vino sardo

10 settembre 2015
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MILANO. Eccoli i vinaccioli più antichi del mondo. Hanno 3200 anni e provengono da Sa Osa, in provincia di Oristano. Ma ecco anche un acino carbonizzato e disidratato. Li esibisce Gianni Lovicu, ricercatore di Agris Sardegna. Intorno a lui giornalisti e curiosi intervenuti ieri nel padiglione della Coldiretti Sardegna, all'Expo. Accanto a lui l'archeologo Franco Campus che incanta l'uditorio con il racconto delle più affascinanti scoperte archeologiche degli ultimi anni nell’isola. A cominciare da Mont’e Prama. Ne emerge una fotografia della enologia isolana inedita e intrigante. La Sardegna, diversa dalle altre regioni dal punto divista geologico. E diversa dal punto di vista culturale. In maniera ininterrotta, insomma, la Sardegna produce e beve vino, senza interruzioni. «Gli acini – spiega Franco Campus – sono carbonizzati, e molto fragili. Non hanno più niente della vecchia struttura. Sono disidratati ed appartengono ad un vino coltivato». «Le vigne in Sardegna ci sono sempre state – spiega Gianni Lovicu –. Abbiamo la certezza che a Cartagine bevessero vino sardo dall’800 a.C. e non viceversa e che si esportasse in tutto il Mediterraneo. È stata anche ritrovata una nave affondata al largo di Malta che conteneva anfore piene di vino sardo. In Sardegna abbiamo una caterva di vini autoctoni dunque un elevata biodiversità e altissima qualità: hanno una elevata presenza di antiossidanti».

Borore , sa Osa, Villanovatulo, Villanovaforrru, ormai non si contano più i luoghi dei ritrovamenti di resti di cibo del periodo antico e in particolare di quello nuragico, in Sardegna. Ceci, ciliegie, albicocche, ostriche di mare e di fiume. A testimonianza del fatto che 12 e 13 secoli prima di Cristo nell’isola esisteva un’agricoltura fiorente, più evoluta di quella trovata, fino a ora, in altre regioni del continente europeo. Durante il convegno del mattino era intervenuto Renzo Peretto di Laore che ha fornito i dati sulla enologia sarda attuale. «In Sardegna è autorizzata la coltivazione di 80 vitigni dei quali 5 rappresentano l'80% del totale. Alghero rappresenta la zona più vitata della Sardegna con 1000 ettari, seguita da Serdiana con 800, e Sorso con poco meno. I circa 450 mila ettolitri di vino vengono prodotti in 10 mila ettari di vigneti, circa un terzo rispetto alla superficie complessiva denunciata nella isola fino a qualche anno fa».

Ieri sera la Coldiretti ha premiato tre benemeriti della enologia sarda: Antonello Pilloni da 40 anni presidente della cantina Santadi, Nicola Garippa produttore dello spumante dolce Malvasia di Bosa dolce doc e Mariangela Perra della Cantina di Quartu.

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