La Nuova Sardegna

Nel pastificio otto lavoratori in nero

di Lamberto Cugudda
Nel pastificio otto lavoratori in nero

Loceri, anche una minorenne nell’azienda “Sapori di Sardegna”: multa di 50mila euro

10 settembre 2015
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LOCERI. Gli uomini della tenenza della Guardia di finanza di Arbatax, comandata dal tenente Emidio Agrello, martedì mattina, nel corso di un controllo in un'azienda ubicata in zona industriale a Loceri, hanno individuato otto lavoratori in nero (di cui una minorenne) e due irregolari. Le fiamme gialle annunciano che per la titolare dell'azienda scatteranno sanzioni per circa 50mila euro e la richiesta di sospensione dell'attività da parte della direzione provinciale del Lavoro di Nuoro. I controlli dei militari, nel corso di una campagna per il contrasto del caporalato e del lavoro nero, sono scattati all’interno dell’azienda, “Sapori di Sardegna”, che produce pasta fresca per alcune catene di supermercati e per i villaggi turistici della zona. Alla vista dei finanzieri, la maggior parte dei lavoratori avrebbe cercato inutilmente di fuggire e di sottrarsi al controllo.

«La situazione riscontrata – sottolineano le Fiamme gialle in un comunicato – è risultata davvero allarmante se si considera che il 66 per cento della forza lavoro presente in azienda (i due terzi, ovvero 10 su 15) è risultata in nero e/o irregolare. In relazione ai lavoratori in nero ed irregolari per la titolare dell’azienda vi saranno sanzioni per circa 50mila euro. Inoltre, stante l’elevato numero delle posizioni lavorative irregolari (ben al di sopra del limite del 20 per cento fissato dalla legge) è scattata la comunicazione alla direzione provinciale del lavoro per l’irrogazione della sanzione accessoria della sospensione dell’attività. La titolare dell’azienda potrà riaprire previo pagamento di un’ulteriore sanzione e la regolarizzazione di tutti i lavoratori che sono risultati in nero».

La replica di Tiziana Loi, la titolare dell'azienda “Sapori di Sardegna”, non si è fatta attendere tramite l’avvocato Matteo Stochino, chiamato a tutelare la florida impresa locerese. Loi tuona: «Non corrisponde al vero quanto divulgato a mezzo stampa dalla Guardia di Finanza». E prosegue: «Tutti i dipendenti della nostra ditta sono regolarmente assunti e potremo dimostrarlo».

ll comando provinciale di Nuoro della Gdf evidenzia: «Il fenomeno del lavoro sommerso in Italia rappresenta una vera e propria piaga sociale sia dal punto di vista della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, sia dal punto di vista delle irregolarità contrattuali contribuendo ad alimentare l’evasione fiscale e contributiva: secondo un recente studio dei consulenti del lavoro, ogni anno in Italia circa 2 milioni di persone vengono impiegate in nero per un’evasione di 25 miliardi di euro tra imposte e contributi. Notevole il danno previdenziale per gli stessi lavoratori i quali, costretti molte volte ad accettare di lavorare in nero, non avranno alcun tipo di contributo versato per la futura pensione». Sempre nel campo della tutela del lavoro, mercoledì 2 settembre i carabinieri della compagnia di Jerzu – insieme ai colleghi del Nucleo Ispettorato del lavoro di Nuoro e dipendenti della direzione territoriale del Lavoro di Nuoro – hanno eseguito una serie di controlli ispettivi a carico di alcune aziende agricole nel corso di un imponente servizio mirato contro il lavoro nero e lo sfruttamento di lavoratori stranieri nelle campagne. I controlli si erano conclusi con l’emissione di sanzioni nei confronti dei titolari di due aziende agricole dell'area del Pardu, nei territori di Jerzu, Cardedu e Tertenia. Nel corso delle ispezioni erano sono stati trovati, intenti al lavoro nei campi, in due aziende diverse, dieci lavoratori dipendenti occupati in nero, la maggior parte cittadini romeni. Gli imprenditori oltre a regolarizzare i contratti dovranno pagare multe molto salate e corrispondere contributi previdenziali ed assistenziali ai lavoratori.

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