La Nuova Sardegna

Alleanza tra cantine: migliorare i vitigni con la clonazione

di Marco Bittau
Alleanza tra cantine: migliorare i vitigni con la clonazione

Accordo scientifico fra tre aziende vitivinicole e l’Università Obiettivo di ricercatori ed enologi: selezionare le eccellenze

13 settembre 2015
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LUOGOSANTO. Studiosi e imprenditori sono d’accordo: nel futuro della viticoltura in Sardegna ci sono la biodiversità, l’innovazione e la ricerca scientifica. E proprio dalle sperimentazioni di processi di miglioramento genetico nei vigneti-laboratorio giungono nuove opportunità per l’isola. La più importante è quella indotta dal progetto Binos che ha visto impegnate tre aziende vitivinicole (la Argiolas spa di Serdiana, la Cantina delle vigne di Piero Mancini di Olbia, la Cantina Trexenta di Senorbì) con la collaborazione dell'Università di Sassari, Dipartimento di agraria. L'obiettivo è avviare un processo di miglioramento delle "cultivar" di vite autoctone della Sardegna, iscritte al Registro nazionale delle varietà. Significa selezionare esemplari d’eccellenza destinati all’impianto di nuovi vigneti o al loro rinnovo. E significa soprattutto colmare una lacuna, nel senso che attualmente le selezioni autoctone disponibili per i viticoltori in Sardegna è quasi inesistente. Vengono infatti commercializzati solo 15 cloni con il risultato che si impiantano nuovi vitigni utilizzando necessariamente, ad esempio, selezioni di vermentino toscano o ligure. I risultati scientifici del progetto Binos sono stati illustrati dagli stessi imprenditori e ricercatori universitari in un luogo simbolo della produzione vitivinicola in Sardegna: la tenuta di Balajana, tra Luogosanto e Arzachena, dove si trovano i vigneti di Piero Mancini.Un luogo magico, pieno di storia, ma sempre proiettato nel futuro. Grande soddisfazione per le tre aziende coinvolte (presenti Antonio e Laura Mancini, Antonio Argiolas e Fulvio Etzi, presidente della Cantina Trexenta), riunite in un’Associazione temporanea d’imprese. Un esempio di collaborazione come raramente si vede nell’imprenditoria sarda, sempre molto individualista. Il cuore del progetto è tutto nelle relazioni scientifiche di tre ricercatori dell’Università di Sassari. Il coordinatore Gianni Nieddu ha illustrato i presupposti di partenza e il contributo di Binos al miglioramento della filiera vitivinicola della Sardegna; Luca Mercenaro ha evidenziato le caratteristiche agronomiche e tecnologiche delle selezioni (i candidati cloni); Vanda Prota ha invece illustrato l’aspetto sanitario della selezione, cioè i cloni perfetti esenti da virus. Al termine del progetto, per la “Sardegna in cantina” sarà un grande passo avanti.

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