La Nuova Sardegna

Puc, la Regione fa pressing «Piani adeguati al Ppr»

di Silvia Sanna
Puc, la Regione fa pressing «Piani adeguati al Ppr»

Pioggia di diffide inviate ai Comuni con la minaccia del commissariamento Ma dopo quasi 10 anni gli strumenti in regola sono appena una quindicina

20 settembre 2015
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SASSARI. Quasi dieci anni dopo, l’elenco dei virtuosi è ancora magro. I Comuni in regola, che hanno adeguato il proprio Puc al Piano paesaggistico regionale, continuano a essere in netta minoranza. La Regione fa pressing, forte anche del grimaldello offerto dalla legge Casa, la 8 del 2015, che autorizza il commissariamento ad acta delle amministrazioni comunali inadempienti. A luglio era partita la pioggia di decreti di diffida. L’assessore agli Enti locali e Urbanistica Cristiano Erriu aveva inviato 7 lettere ai sindaci di altrettanti Comuni imponendo una scadenza, l’ultima, definitiva (almeno in teoria): entro 60 giorni avrebbero dovuto completare l’iter di approvazione del piano adeguato al Ppr. In caso contrario, la Regione avrebbe provveduto a nominare un commissario.

I virtuosi. Tra i primi 7 centri diffidati, solo uno ha risposto puntuale. Si tratta di Loiri Porto San Paolo, in Gallura, che in agosto ha inviato alla Regione i faldoni che ancora mancavano. Il giorno dopo, l’8 luglio, erano partite le altre lettere di diffida: 15 i Comuni “nel mirino” della Regione. Tra questi, solo uno ha risposto per tempo: si tratta di Golfo Aranci, ancora in Gallura, che ha inviato gli atti mancanti alla Regione il 7 settembre. La verifica di coerenza da parte del Ctru, comitato tecnico regionale per l’Urbanistica, è in corso.

Chi rischia. Tutti gli altri Comuni avvisati dalla Regione non si sono ancora messi in regola. Il tempo è scaduto, gli occhi sono puntati in particolare verso quei centri che non hanno dato risposte. Sono 4, secondo l’elenco della Regione: Elini, Sarroch, Buggerru e Cabras. Tutti hanno approvato il Puc tra il 2011 e il 2012, ma dopo 3 anni non hanno ancora concluso l’adeguamento del piano al Ppr. Non sono i soli: ci sono almeno altri 6 comuni più o meno lontani dal traguardo che hanno informato la Regione dello stato dell’arte e chiesto una ulteriore proroga per definire gli ultimi passaggi. Altri ancora hanno portato le giustificazioni: è il caso per esempio del comune di Pula, che ha revocato la deliberazione di adozione definitiva del proprio piano urbanistico e ha provveduto alla riadozione dello strumento parzialmente modificato. Anche per Gonnesa riadozione del piano pubblicato nel Buras a maggio del 2013.

Commissario. Per ora è arrivato solo in un Comune: si tratta di Muravera. In realtà si tratta du un ritorno, sollecitato dalla stessa amministrazione. Che si era trovata di fronte a una situazione imbarazzante: tutti i consiglieri nel 2009 si erano dichiarati incompatibili, non in grado cioè di garantire una posizione imparziale in materia di pianificazione urbanistica. Tradotto: in aula tutti avevano affermato di avere interessi – diretti o di parenti e affini fino al quarto grado – nelle scelte di programmazione urbanistica. Una condizione ribadita a luglio, dopo la diffida della Regione. Risultato: l’8 settembre è stata deliberata la nuova nomina di un commissario incaricato di concludere l’iter di adeguamento del Puc al Ppr.

La situazione. Al momento i piani urbanistici adeguati al Ppr sono una quindicina. Molto pochi, se si considera che i comuni costieri o ricadenti in un comparto costiero sono 102 e che avrebbero dovuto adeguarsi al piano paesaggistico entro due anni dalla sua approvazione. Ma se tra i 102 ci sono centri in fase molto avanzata, per i quali l’approvazione definitiva avverrà entro la fine dell’anno, ce ne sono molti altri per i quali l’obiettivo è ancora lontano. Per esempio Olbia, che ha nominato in aprile i tecnici incaricati di redigere il Puc: si tratta dei vincitori dell’appalto da 300mila euro. In cinque mesi, questo è l’obiettivo, dovranno pianificare lo sviluppo di una città sconquassata dall’alluvione.

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