La Nuova Sardegna

Razzi Vega, Piras (Sel): «I test a Porto Torres sono una minaccia per il territorio»

Interrogazione parlamentare del deputato sardo: «La priorità sono le bonifiche»

23 settembre 2015
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La vicenda del razzo Vega che - secondo le ultime notizie - si vorrebbe ambientare a Porto Torres arriva in Parlamento. L’iniziativa è del deputato di Sel Michele Piras che ieri, martedì 22, ha depositato una interrogazione alla Camera «per comprendere l’orientamento del governo nazionale, per iniziare a dare voce a quanti ritengono quantomeno superficiali e imprudenti le dichiarazioni rilasciate di recente dal sindaco Sean Wheeler». Ma anche «per sostenere le ragioni della bonifica dell’area come prioritarie rispetto a qualsiasi altro intervento speculativo sul territorio di Porto Torres».

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Michele Piras ieri ha commentato così l’atteggiamento del sindaco del Movimento 5 Stelle: «Mostrando una inaspettata doppiezza rispetto agli annunci elettorali – sostiene il deputato di Sinistra Ecologia Libertà – ha sostanzialmente confermato la propria favorevole opinione alla realizzazione - nella aree della Syndial - di un impianto per la sperimentazione dei cosiddetti razzi Vega, utilizzati per trasportare sonde nello spazio e già oggetto di test nel poligono militare interforze di Quirra».

Il parlamentare sardo ricorda che «la sperimentazione prevede l’accensione a terra del razzo, in un’area non distante dal centro abitato di Porto Torres, già fortemente inquinata (tanto da essere classificata Sin) e bisognosa di una bonifica integrale, così come chiede da tempo la popolazione locale». Michele Piras fa riferimento anche alla denuncia di diversi studiosi che hanno messo in evidenza «il costo ambientale elevatissimo che produrrebbero i test: verrebbero bruciate decine di tonnellate di combustibile con la produzione di vapori tossici e corrosivi, tanto che i Paesi europei che partecipano al programma individuano sempre zone assai distanti dai centri abitati». Il deputato di Sel - rifacendosi anche all’esperienza di Quirra - ribadisce che «l’attività non produce alcuna significativa ricaduta occupazionale e nessun beneficio economico per il territorio». (g.b.)

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