La Nuova Sardegna

la Tragedia di arbus in tribunale

Bimbo annegò in piscina: chiesto il giudizio per otto

Bimbo annegò in piscina: chiesto il giudizio per otto

CAGLIARI. Luca Serpi aveva cinque anni: morì annegato al Capo Frasca resort, a Sant’Antonio di Santadi, colpito da una congestione mentre sguazzava felice nella piscina. Nessuno s’accorse di lui,...

25 settembre 2015
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CAGLIARI. Luca Serpi aveva cinque anni: morì annegato al Capo Frasca resort, a Sant’Antonio di Santadi, colpito da una congestione mentre sguazzava felice nella piscina. Nessuno s’accorse di lui, neppure la sorella che s’era allontanata insieme al fidanzato. Quando i medici del soccorso provarono a rianimarlo era ormai troppo tardi. Erano le 18.50 del 22 agosto 2012. Quella morte straziante ha avuto un inevitabile strascico giudiziario e ieri mattina s’è aperta l’udienza preliminare davanti al giudice Giampaolo Casula in cui il pm Gaetano Porcu ha chiesto il rinvio a giudizio per otto persone. Per alcuni c’è l’accusa di omicidio colposo, per altri quella di abuso d’ufficio e di falso ideologico perchè spulciando la storia di quella piscina la Procura ha scoperto che mancavano autorizzazioni e titoli amministrativi indispensabili perchè l’impianto fosse aperto al pubblico, mentre alcuni altri atti erano falsi. Una sfilza di irregolarità che forse mai sarebbero venute alla luce se il povero Luca non avesse lasciato la vita in quella vasca.

Le posizioni degli imputati sono diverse l’una dall’altra: Samantha Dessì (42 anni) di Torino deve rispondere di omicidio colposo perchè - è scritto nel capo d’imputazione - come aministratrice delegata del resort ha aperto anche ad ospiti esterni alla struttura turistica una piscina che mancava di servizi essenziali, come un bagnino, una struttura di primo soccorso e i cartelloni con le istruzioni d’uso. Come se non bastasse, mancavano anche titoli abilitativi, agibilità e malgrado la parte più profonda della vasca misurasse un metro e 37 centimetri potevano usarla anche i bambini. Diversa la posizione di Francesca Serpi (21 anni), la sorella del piccolo Luca: l’imputazione è la stessa, ma la sua negligenza è consistita - secondo la Procura - nell’essersi allontanata insieme al fidanzato, per andare al bar, lasciando solo il fratellino (era alto solo un metro e 12 centimetri) mentre nuotava in piscina. Si ricordò di lui, così sostiene il pm Porcu, soltanto quando qualcuno lo vide galleggiare faccia in giù, ucciso da uno scompenso cardiaco provocato da una congestione: Luca aveva appena mangiato.

Il resto delle imputazioni riguarda lo stato amministrativo della piscina: il committente dei lavori per la piscina Antonio Dessì (71 anni) e l’ex consigliere comunale Mauro Concas (57 anni) di Arbus devono rispondere di contravvenzioni urbanistiche riferite a irregolarità dell’impianto, Concas anche di falso ideologico come progettista e direttore dei lavori per aver omesso di rappresentare opere esistenti. Il responsabile tecnico comunale Alessandro Pani (37 anni) di Arbus e il geometra istruttore Gian Pietro Frau (62 anni) di Arbus sono accusati di concorso in due fatti di abuso d’ufficio per aver dato un sostanziale via libera alla realizzazione della piscina nonostante una serie di illegittimità cui s’aggiunge l’assenza di atti essenziali per il rilascio delle autorizzazioni. Frau è imputato anche di falso ideologico. All’esame del gup infine la posizione di Antonio Mastino (51 anni) di Arbus, che risponde di abuso d’ufficio perché come responsabile del settore tecnico comunale ha rilasciato ad Antonio Dessì un accertamento di conformità su presupposti inesistenti, mentre l’architetto Fabio Guida (40 anni) di Torino è imputato di falso ideologico per aver certificato falsamente alcuni aspetti dell’intervento edilizio. L’udienza andrà avanti il 3 dicembre. (m.l)

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