La Nuova Sardegna

Contributi sviluppo rurale, Elisabetta Falchi: «Tutto legittimo, la domanda è di tre anni fa»

Elisabetta Falchi
Elisabetta Falchi

La spiegazione dell’entourage della responsabile dell’assessorato regionale: nel 2012 era lontana dalla politica

26 settembre 2015
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ORISTANO. L’assessore regionale all’Agricoltura Elisabetta Falchi ha una brutta influenza. E per questa ragione non ha avuto modo di rispondere direttamente alle diverse problematiche sollevate dal meccanismo di erogazione dei finanziamenti a sostegno dell’ammodernamento delle aziende agricole. Interrogativi legati ai tempi, alla burocrazia, ai lacci che di fatto taglieranno fuori dai contributi – almeno per questa tranche – praticamente la metà delle imprese ammesse i finanziamenti della Misura 121.

Dal suo entourage, l’assessore Falchi, fa sapere invece qualcosa riguarda la sua singolare posizione, di titolare dell’assessorato attraverso il quale passano le azioni di sostegno all’agricoltura, ma anche di imprenditrice del settore che ha presentato domanda per quei fondi.

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Le richiesta di finanziamento, risalgono al 2012. Facevano parte cioè del novero delle quattromila pratiche, di cui solo 2500 esaminate. La domanda è stata reiterata nel 2013, e di conseguenza le aziende di Elisabetta Falchi sono entrate nella quota richiamata al “secondo tempo” di questa importante partita per il mondo agro-pastorale. 2012, 2013: al vertice della giunta regionale c’era Ugo Cappellacci, Elisabetta Falchi era una importante imprenditrice risicola ma lontana dalla politica.

Tutto legittimo, quindi. Senza dubbio. Ma c’è un piccolo particolare, ossia il fatto che il “ripescaggio” delle imprese escluse è giunto con la determinazione, pubblicata dall’autorità di gestione – l’Argea –, il 17 luglio 2015. Quella per la quale entro il 20 agosto bisognava perfezionare le domande, pena l’esclusione. Il cerchio, come già detto, si chiuderà il 31 ottobre, con la presentazione della documentazione tra cui le fatture quietanzate che dimostrino la spesa per la quale si chiede il finanziamento.

L’assessore Elisabetta Falchi, il 17 luglio scorso, era già assessore regionale all’Agricoltura. Da un anno e mezzo. La domanda l’ha presentata nei termini, a valere su progetti che appartengono al passato, in cui l’esponente dei Rossomori non faceva politica. Produceva riso, ottimo riso, cosa che fa ancora: e questo è più che legittimo. Intendiamoci, non c’è nulla di men che lecito nella sua richiesta di accedere ai finanziamenti. Così come non c’è nella richiesta di Attilio Dedoni, consigliere regionale e titolare di un allevamento ovino. Ma Attilio Dedoni non è l’assessore all’Agricoltura della Regione. Ecco perché la presenza in quell’elenco del nome di Elisabetta Falchi è, in una qualche maniera, una nota stonata nel registro di questa vicenda.

«Non c’è alcuna irregolarità», hanno sottolineato i direttori generali dell’assessorato e dell’Argea. Giusto. L’imprenditrice Elisabetta Falchi rientra nei casi di lungimiranza, di chi ha investito senza certezze di finanziamento e ora ne coglie l’opportunità. Oppure è un caso di possibilità economica, di solidità aziendale. Le due cose possono coincidere. Così come coincidono, nella stessa persona, la richiedente un finanziamento e l’assessore regionale in capo al cui assessorato quel finanziamento viene concesso.(si.se.)

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