La Nuova Sardegna

Ottana polimeri

Indorama compra all’estero e la Sardegna resta al palo

di Federico Sedda
Indorama compra all’estero e la Sardegna resta al palo

OTTANA. Mentre il futuro dello stabilimento chimico di Ottana Polimeri è ancora appeso agli ingranaggi dei tavoli politici, la multinazionale thailandese Indorama Ventures, partner di Paolo Clivati...

30 settembre 2015
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OTTANA. Mentre il futuro dello stabilimento chimico di Ottana Polimeri è ancora appeso agli ingranaggi dei tavoli politici, la multinazionale thailandese Indorama Ventures, partner di Paolo Clivati nell’azienda del centro Sardegna, continua a investire negli impianti chimici di mezzo mondo. Dopo gli stabilimenti per la produzione del Pet (la stessa produzione di Ottana ferma dal 10 aprile 2014) acquistati e rimodernati in Turchia, Polonia e Thailandia e l’acquisizione in Canada di uno stabilimento per la produzione di acido tereftalico purificato (Pta), il colosso thailandese ha rilevato nei giorni scorsi, tramite la consociata statunitense Indorama Ventures Olefins, un impianto chimico in Louisiana, negli Stati. Uniti. A marzo del 2015, invece, la multinazionale thailandese aveva rilevato a Montreal, in Canada, un impianto di acido tereftalico purificato (Pta) della capacità produttiva di 600mila tonnellate all’anno. Un investimento, anche questo, in linea con la strategia di Indorama di consolidare nel nord America la sua posizione nella filiera produttiva del Pet, di cui il Pta, che si produceva anche a Ottana, è precursore. Una filiera, quella del Pet, che Ottana Polimeri ha chiuso nel centro Sardegna lo scorso anno e che ora vorrebbe riavviare attraverso un processo di integrazione produttiva con l’impianto ex Versalis di Sarroch che l’Eni ha chiuso a novembre del 2014. Un’operazione, questa, analoga a quelle messe in campo nei siti americani e per la quale il gruppo Clivati-Indorama ha annunciato un investimento di 50milioni di euro. Per mandarla avanti, occorre, però, l’acquisizione dell’impianto cagliaritano, l’unico nell’isola che produceva il paraxilene, la materia prima necessaria per rimettere in marcia l’impianto di Ottana. Questa operazione consentirebbe di attuare anche in Sardegna quell’integrazione produttiva di filiera già attuata in Canada e negli Stati Uniti. Il progetto presentato dal gruppo Clivati-Indorama è, però, ancora fermo nei meandri della Regione che non è riuscita a ottenere il sì di Eni per mettere a disposizione l’impianto di Sarroch. Nei prossimi giorni la proposta dovrebbe approdare ai tavoli romani. Il rischio è che i continui rinvii e i tempi della politica, diversi da quelli dell’economia, vanifichino il rilancio della filiera sarda del Pet. Mandando così a casa, tra un mese, 80 lavoratori, per i quali la cassa integrazione scade il 9 novembre prossimo.

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