La Nuova Sardegna

Deiana non ha dubbi: i 154 saranno riassunti

di Serena Lullia
Deiana non ha dubbi: i 154 saranno riassunti

Vertice alla Maddalena. La Regione introdurrà nel bando la clausola sociale Ci sarà l’obbligo di riassorbire i lavoratori. Per i sindacati operazione illegittima

01 ottobre 2015
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INVIATA A LA MADDALENA. La Regione affonda la Saremar, ma prova a salvare i suoi equipaggi. L'assessore regionale ai Trasporti, Massimo Deiana, ci mette la faccia e da Cagliari va alla Maddalena per incontrare i marittimi licenziati dalla compagnia di navigazione pubblica. Davanti alle pettorine fluorescenti garantisce che tutti i lavoratori, esclusi i 27 pensionabili, saranno riassorbiti dal privato che si aggiudicherà le rotte La Maddalena-Palau, Santa Teresa Bonifacio e Carloforte-Calasetta. Per i marittimi una ciambella di salvataggio sgonfia. Gli ex dipendenti Saremar non sono convinti della clausola sociale con cui l'assessore pensa di salvarli. Chiedono che il nuovo padrone del mare garantisca lo stesso trattamento economico e lo stesso tipo di contratto che hanno oggi. E chiedono certezze anche per il futuro dei 13 amministrativi e per i dipendenti dell'indotto. Nell'attesa la loro protesta va avanti. Oggi sarà il quarto giorno di sciopero della fame.

Clausola sociale. Deiana ha chiesto alla Saremar di valutare se tra i 154 marittimi ci fossero persone con i requisiti per andare in pensione. «Questo screening ci dice che ci sono 27-29 lavoratori pensionabili entro dicembre 2015 – spiega l'assessore –. Altri dieci matureranno i requisiti tra il 2016, il 2017 e il 2018. Abbiamo aperto un tavolo interassessoriale Trasporti-Lavoro per creare uno scivolo che accompagni questi ultimi alla pensione senza che ci siano conseguenze sul massimo contributivo. Fatti questi conti ci impegniamo a far riassorbire tutto il personale Saremar a tempo indeterminato inserendo la clausola sociale nel bando pubblico e nel contratto di servizio. Nella procedura di gara internazionale sarà introdotto l'obbligo di riassumere tutti i dipendenti, in presenza di un piano industriale sostenibile e senza un giorno di interruzione dell’attività lavorativa. Abbiamo esaminato questa soluzione sotto il profilo tecnico, amministrativo e giuridico».

Deiana è certo di portare una speranza ai marittimi. Ma la proposta della Regione non piace in casa Saremar. Arrabbiati e diffidenti i marittimi, scettici i sindacati. I dubbi sono sulla clausola sociale, già valutata negativamente dall'Autorità garante della concorrenza perché considerata illegittima.

L'incognita del contratto. L'aria è tesa in aula consiliare. Al fianco dei lavoratori ci sono le mogli. Da due giorni occupano la sala consiliare. E con loro in prima fila ci sono i loro figli. Di fronte all'ipotesi di una riassunzione non riescono a sorridere. Chiedono con quale contratto e a quali condizioni economiche. Il timore è che il nuovo padrone delle rotte li prenda a bordo, ma con contratti a tempo determinato e con stipendi molto più bassi. «Non posso dire a quali condizioni e con quali contratti – afferma l'assessore Deiana –. Di certo il privato sarà tenuto a rispettare le clausole del contratto collettivo nazionale». Parole che accendono l'aula. «Siamo certi che il privato non sarà in grado di garantire il servizio e la sicurezza che oggi dà Saremar – afferma Vittorio Verrascina –. Noi siamo e continuiamo a essere per la Saremar pubblica. Quella società che ci ha garantito negli anni uno stipendio dignitoso, grazie al quale abbiamo un certo tenore di vita, paghiamo un mutuo, mandiamo i nostri figli all'università. Ed è quello che vogliamo conservare».

La disperazione. Giuseppe Sini è un po’ il simbolo della disperazione dei lavoratori della Saremar. «Sono pronto a darmi fuoco in Municipio davanti ai miei nipoti se il 31 dicembre sarà un disoccupato ». (ha collaborato Andrea Nieddu)

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