La Nuova Sardegna

La paura è passata, ora si contano i danni

di Paolo Merlini
La paura è passata, ora si contano i danni

A Torpé le 33 famiglie evacuate sono rientrate nelle loro abitazioni. Campi allagati, raccolti distrutti

03 ottobre 2015
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Terminata l’emergenza, resta la conta dei danni. È Torpè ad avere l’elenco più lungo per la messa in sicurezza del centro abitato. C’è un’intera strada da ricostruire: è via Monte Nurres, sotto la quale scorreva un canale tombato che mercoledì sera è letteralmente esploso per la potenza dell’acqua che si riversava da un torrente a monte. La piena ha fatto saltare una parte della pavimentazione e dell’asfalto che ricoprivano il canale. In quel momento, alla protezione civile coordinata dal sindaco, l’architetto Omar Cabras, la soluzione migliore è parsa rimuovere l’intera copertura con l’aiuto di una ruspa, così da non creare ostacoli al fiume di fango che si riversava sulla via. Una decisione che si è rivelata fondamentale perché le case adiacenti non venissero allagate. Quando verrà ripristinata la strada, che al momento è ancora un voluminoso corso d’acqua? «Ho posto il problema al presidente Pigliaru nell’incontro avuto ieri a Olbia», dice Cabras, che confida di ottenere i finanziamenti regionali entro tempi relativamente brevi. Il sindaco intanto ieri ha revocato le ordinanze di sgombero di 33 abitazioni: sulla base del piano di protezione civile le case erano state evacuate prima dell’arrivo dell’alluvione, già mercoledì mattina. Resta ancora isolata, in una via a monte del paese ma distante non più di 500 metri dal centro, la famiglia Derosas: ha ceduto l’asfalto che ricopriva un grosso tubo di cemento armato dentro il quale scorreva uno dei torrenti esondati. La coppia e i loro due bambini possono raggiungere il paese a piedi ma non con l’auto. È uno dei primi interventi che il Comune metterà in atto appena la situazione tornerà alla normalità. Anche questa volta, come per l’alluvione del novembre 2013, sono stati gli agricoltori a subire i maggiori danni. È il caso dell’azienda Loi a Su Poiu. «Abbiamo perso quindicimila carciofi – dice la titolare –. Un danno enorme che si aggiunge alla devastazione di due anni fa, per la quale non abbiamo ricevuto alcun indennizzo».

Pure Posada fa i conti con l’alluvione, che ha inondato i campi e danneggiato numerose coltivazioni. I problemi maggiori si sono avuti nella frazione di San Giovanni: qui i canali di scolo delle acque si sono intasati in breve tempo durante le piogge di mercoledì e giovedì. Ieri mattina piazza Cagliari si presentava come un’enorme piscina. È stato necessario l’intervento di una ruspa per far defluire l’acqua, che aveva allagato alcuni scantinati. «È necessario rifare da zero la rete dei canali di scolo – dice il sindaco Roberto Tola – sarà uno dei primi obiettivi».

Da Posada alla Caletta. La frazione di Siniscola ha subìto i disagi maggiori, che anche qui per fortuna sono limitati a scantinati allagati. La circolazione stradale ha registrato i maggiori problemi. Le strade della Caletta giovedì erano completamente invase dall’acqua, al punto che è stato necessario vietare il traffico delle auto per diverse ore. Situazione analoga nella strada statale 125 in prossimità dell’insediamento turistico Sa Petra Ruia, dove detriti e fango occludevano la strada, e l’intensità della pioggia ha portato alla chiusura temporanea della strada.

A San Teodoro la situazione è stata molto critica mercoledì sera e per l’intera giornata di giovedì. A farne le spese soprattutto gli abitanti della zona di La Suaredda, il quartiere sorto a ridosso della strada statale 125. Anche qui cantine allagate, e alcune famiglie soccorse dai vigili del fuoco. Ieri mattina, quando il sole è riapparso in questo tratto della costa, i tanti turisti ancora presenti a San Teodoro si sono riversati sulla spiaggia della Cinta. La strada che porta al mare e il relativo parcheggio sono ancora completamente allagati: le auto riescono a transitarvi ma con mille difficoltà. Però i turisti, in gran parte stranieri, non si scompongono e neppure si preoccupano di adeguare l’abbigliamento al ciclone che ha appena abbandonato l’isola: in calzocini e infradito affollano la spiaggia e si godono il sole, con una temperatura che ieri mattina sfiorava i venticinque gradi.

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