La Nuova Sardegna

caos sui fondi

Ciclone mediterraneo, per l’emergenza a Olbia zero euro dal governo

di Luca Rojch
Ciclone mediterraneo, per l’emergenza a Olbia zero euro dal governo

I 16 milioni annunciati dal ministro Luca Galletti erano già assegnati per gli interventi sul rio Siligheddu. Gelo con la Regione

04 ottobre 2015
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SASSARI. Come un piazzista dell’apocalisse il governo si presenta in un’isola travolta dall’alluvione e offre i soldi che già esistevano. Per i danni di questo ciclone lo Stato non ha stanziato un euro. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a Olbia ha annunciato la disponibilità di 16 milioni. Ma quelle sono le risorse già destinate da mesi ai lavori per addomesticare i fiumi che attraversano la città.

L’equivoco. Il ministro arriva nell’isola e si presenta con la dote dei soldi che erano già stati investiti nel 2014 per ridurre il rischio alluvioni. Servono a finanziare proprio interventi sul fiume esondato a Olbia, il rio Siligheddu. Sono 16 milioni. Fanno parte di un pacchetto di 80 milioni all’interno del progetto già definito e approvato che si chiama “Italia Sicura”. Dentro ci sono le risorse per le opere di mitigazione del rischio idrogeologico che il governo ha stanziato a febbraio del 2015, ma che sono state sbloccate solo ad agosto. Per questa alluvione lo Stato non ha ancora messo un euro. E chi nell’isola si aspettava che il ministro offrisse risorse fresche per affrontare l’emergenza ci resta malissimo.

Nella testa e negli occhi le immagini delle promesse fatte nel 2013 dall’allora premier Enrico Letta. Il 19 novembre, subito dopo l’alluvione, aveva garantito 20 milioni di europronta cassa per l’emergenza e la promessa che tutti i comuni colpiti dall’alluvione sarebbero stati esentati dal patto di stabilità. Quei 20 milioni saranno gli unici ad arrivare nell’isola. Ma solo a Olbia i danni superavano i 200 milioni di euro. E il patto di stabilità ancora esiste.

Italia Sicura. Oggi la paura è di trovarsi di nuovo davanti a un vuoto effetto annuncio. Le risorse presentate da Galletti fanno parte del progetto Italia Sicura. Un pacchetto nazionale di 33 interventi, per un totale di 800 milioni di euro. Le opere sono solo quelle realmente cantierabili. 33 in tutta Italia. Per la Sardegna c’è solo Olbia, a cui vengono assegnati 16 milioni, disponibili da agosto. A Milano ne toccano 112, a Firenze 55. Soldi ancora virtuali perché devono avere il via libera della Corte dei Conti. Quando il rio Siligheddu ha esondato non era ancora stato pubblicato il decreto che sblocca i soldi. E ancora oggi non c’è il via libera.

Denaro allo specchio. Le risorse servono per finanziare il Piano Mancini, quello che il Comune ha scelto per mitigare il rischio di inondazione. E i 16 milioni che stanno per far partire il primo lotto sono gli stessi annunciati da Galletti a Olbia in conferenza stampa.

Il grande gelo. Il ministro al suo arrivo si incontra con Regione, Comune, sindaci e parlamentari lontano dalle telecamere. Tutti speravano in qualche notizia concreta. Nell’arrivo di risorse fresche per affrontare l’emergenza. Ma Galletti parla solo dei 16 milioni già stanziati. L'assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ci mette un nanosecondo per capire che si tratta dei fondi già inglobati nel progetto che porta avanti per mitigare il rischio ambientale a Olbia. Lo fa presente e l’incontro diventa subito gelido. Galletti è l’unico del governo che ci mette la faccia, ma con sé di fatto non porta nulla. Al tavolo sono seduti Galletti, il governatore Francesco Pigliaru, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano, l’assessore Maninchedda. Dall’altra parte del tavolo il deputato del Pd Gian Piero Scanu, il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, e quelli della Maddalena Luca Montella, quello di Porto San Paolo Giuseppe Meloni che è anche consigliere regionale, come Giuseppe Fasolino, sindaco di Golfo Aranci e quello di Palau Francesco Pala.

La speranza. Vista l’assenza di nuove risorse il dibattito si sposta sulle richieste che arrivano dalla Regione. L’assessore Manichedda chiede che il governo conceda da subito l’uso delle procedure accelerate per le gare di appalto per realizzare le opere di mitigazione. Interventi già progettati e finanziati e pronti per essere appaltati. Procedure già utilizzate per l’Expo e il Giubileo. Ma il sì non arriva. Il ministro spiazzato ha scelto la via del silenzio.

La via diplomatica. L’assessore Maninchedda cerca di non disintegrare i rapporti con il governo, ma alla domanda precisa se esistano nuove risorse dello Stato per l’alluvione la sua risposta è secca : «No». I 16 milioni sono l’anticipo degli 80 che lo Stato ha promesso di dare per dare gambe al progetto di sistemazione idrogeologica di Olbia. La Regione ha integrato il budget con altri 40 milioni. Un totale di 120, indispensabili per finanziare tutta l’opera.

La polemica. Ma non tutti scelgono la via dipolmatica. La visita del ministro alimenta la polemica. L’ex governatore Ugo Cappellacci va all’attacco. «Le promesse non bastano, Roma dia risposte concrete – attacca il leader di Forza Italia –. Le dichiarazioni del ministro Galletti sono le stesse di due anni fa del suo predecessore Orlando e del premier Letta. Si tratta di un copione collaudato in cui si distribuiscono colpe un po’ qua e un po’ là, una frase fatta sull’abusivismo, un’altra sulla burocrazia, si ripete la promessa di sbloccare soldi che sono tenuti fermi da loro stessi e infine la promessa di nuove risorse». E anche il consigliere regionale dei Riformatori Attilio Dedoni alimenta la polemica.

«Il ministro Galletti poteva risparmiarsi il sopralluogo a Olbia per valutare i danni dell’ennesima alluvione – dice Dedoni –. I soldi necessari per mettere in sicurezza la città sono gli stessi che erano necessari dopo l’alluvione precedente, quelli che sono stati a lungo promessi e che non sono mai arrivati. Se, dopo le piogge degli ultimi due giorni, la Gallura e la Baronia si trovano di nuovo a fare la conta dei danni, la colpa è soltanto del Governo che avrebbe dovuto finanziare i lavori per la mitigazione del rischio idrogeologico e non lo ha fatto».

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